Torna l’appuntamento mensile del 27 in ricordo dello storico incontro per la pace del 1986

DA ASSISI L’INVITO ALLA PREGHIERA PER IL CIAD

ASSISI – Torna l’appuntamento spirituale di preghiera per la pace del 27 di ogni mese, in ricordo dello storico incontro del 1986, che ad agosto è rivolto allo Stato africano del Ciad. “In quel Paese – dichiara nell’invito alla preghiera il vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino – si concentrano problemi ambientali causati dai cambiamenti climatici, il terrore seminato dagli attentati mortiferi di Boko Haram e il conflitto per l’accaparramento delle terre. Davanti all’unico Dio di tutta l’umanità – aggiunge il vescovo – e insieme ai fratelli e alle sorelle che vivono la propria fede anche come annuncio e costruzione della pace, vogliamo condividere le angosce, le sofferenze e le speranze di questo Paese, che si trova in un’area particolarmente provata da conflitti, confinando con Libia, Nigeria, Niger, Sudan, Camerun e Repubblica Centrafricana. Anche in questo mese di agosto è stato costretto a pagare un prezzo molto alto in termini di vite umane. Si tratta di un Paese che, superando questa situazione, potrebbe diventare un laboratorio di convivenza, rendendo possibile la coabitazione, all’interno degli stessi confini, di lingue, etnie e religioni differenti che potrebbero costituire la vera ricchezza della nazione. Per alimentare questa speranza c’è sicuramente bisogno di una progettazione socio-politica intelligente e lungimirante così come di una grande solidarietà internazionale. Noi vogliamo sostenere il cammino delle popolazioni più esposte alla violenza e dei settori più vulnerabili della società, pregando perché ogni scelta politica sia orientata al bene comune. La pace sia al cuore dell’impegno di tutti, l’orizzonte verso cui tendere ogni sforzo, il bene da far crescere e custodire”.

Per la preghiera non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare per questa intenzione nei vari momenti e nelle celebrazioni eucaristiche della giornata del 27 agosto.

In allegato l’invito alla preghiera del vescovo monsignor Domenico Sorrentino e la scheda informativa

 

 


Il 27 luglio torna l’appuntamento mensile per la pace in ricordo dello storico incontro del 1986

DA ASSISI L’INVITO ALLA PREGHIERA PER IL VENEZUELA

Monsignor Sorrentino: “Vogliamo accompagnare i colloqui dei rappresentanti delle parti affinché si giunga presto a una soluzione giusta e duratura”

ASSISI – Un invito alla preghiera per il Venezuela. È quello lanciato dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, in occasione dell’appuntamento di preghiera per la pace che si ripete il 27 di ogni mese, in ricordo dello storico incontro del 1986. “È tempo di vacanze. Ma la preghiera non va in vacanza – scrive il vescovo nel suo invito – . Essa è la sentinella dell’umano. E se anche sui conflitti armati cala l’attenzione dell’opinione pubblica, la preghiera viene a scuoterci. Questo mese vogliamo guardare al Venezuela. Questo Paese sta vivendo una grave crisi, di cui si è molto parlato negli scorsi mesi. Ora questa crisi sembra scomparsa dai titoli dei notiziari. Papa Francesco ha riacceso l’attenzione sulla sofferenza di quelle popolazioni. Dopo la preghiera dell’Angelus di domenica 14 luglio ha detto: ‘Ancora una volta desidero esprimere la mia vicinanza all’amato popolo venezuelano, particolarmente provato per il perdurare della crisi. Preghiamo il Signore di ispirare e illuminare le parti in causa, affinché possano quanto prima arrivare a un accordo che ponga fine alle sofferenze della gente per il bene del Paese e dell’intera regione’. Innalziamo anche noi, su quelle sofferenze, l’umile lanterna della nostra preghiera. Accendiamo fiammelle di fede che, mentre si levano verso Dio e implorano la sua grazia, richiamano anche l’attenzione e l’impegno della politica internazionale. Lo faremo il 27 luglio prossimo, giorno del nostro appuntamento mensile di preghiera per la pace, nel solco di quanto avvenne ad Assisi, con san Giovanni Paolo II e i leaders religiosi dell’umanità, il 27 ottobre 1986. Siamo grati, come discepoli di Cristo, a quanti vorranno unirsi a noi anche in altre tradizioni religiose. Con la nostra preghiera – aggiunge ancora monsignor Sorrentino – vogliamo accompagnare i colloqui dei rappresentanti delle parti che si confrontano affinché si giunga presto in Venezuela a una pace giusta e duratura”. Per la preghiera non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare per questa intenzione nei vari momenti e nelle celebrazioni eucaristiche della giornata del 27 luglio.

 

 

In allegato l’invito del vescovo monsignor Domenico Sorrentino in Italiano, Inglese, Francese e Portoghese

 

 


“E’ Il 27 DICEMBRE, PREGHIAMO PER LA PACE”

L'invito del vescovo e di don Tonio Dell'Olio sulla scia del messaggio del Papa

ASSISI – Torna l’appuntamento mensile con la preghiera per la pace. Don Tonio Dell’Olio, responsabile della commissione diocesana per lo Spirito di Assisi e il vescovo Domenico  Sorrentino “ricordano a tutte/i di pregare oggi ancora più intensamente per la pace in unità con tutto il genere umano a qualunque fede religiosa si appartenga, facendoci noi stessi voce di tutto l’umanità e in particolare modo di coloro che soffrono a casa della violenza dei conflitti in qualunque modo si manifestino. Il 27 di ogni mese per noi è un monito che si fa eco di quella felice e santa intuizione di San Giovanni Paolo II nel 27 ottobre 1986 e purtroppo le situazioni da riportare al cuore non sono poche”. Ce le ha ricordate nel Santo Natale Papa Francesco col messaggio Urbi et Orbi di cui si riporta il testo e il link al video.

MESSAGGIO URBI ET ORBI
DEL SANTO PADRE FRANCESCO

NATALE 2017

Loggia Centrale della Basilica Vaticana

Lunedì, 25 dicembre 2017

Cari fratelli e sorelle, buon Natale!

A Betlemme, dalla Vergine Maria, è nato Gesù. Non è nato per volontà umana, ma per il dono d’amore di Dio Padre, che «ha tanto amato il mondo, da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna» (Gv 3,16).

Questo evento si rinnova oggi nella Chiesa, pellegrina nel tempo: la fede del popolo cristiano rivive nella liturgia del Natale il mistero di Dio che viene, che assume la nostra carne mortale, che si fa piccolo e povero per salvarci. E questo ci riempie di commozione, perché troppo grande è la tenerezza del nostro Padre.

I primi a vedere la gloria umile del Salvatore, dopo Maria e Giuseppe, furono i pastori di Betlemme. Riconobbero il segno annunciato loro dagli angeli e adorarono il Bambino. Quegli uomini umili ma vigilanti sono esempio per i credenti di ogni tempo che, di fronte al mistero di Gesù, non si scandalizzano della sua povertà, ma, come Maria, si fidano della parola di Dio e contemplano con occhi semplici la sua gloria. Davanti al mistero del Verbo fatto carne, i cristiani di ogni luogo confessano, con le parole dell’evangelista Giovanni: «Abbiamo contemplato la sua gloria, gloria come del Figlio unigenito che viene dal Padre, pieno di grazia e di verità» (1,14).

Oggi, mentre sul mondo soffiano venti di guerra e un modello di sviluppo ormai superato continua a produrre degrado umano, sociale e ambientale, il Natale ci richiama al segno del Bambino, e a riconoscerlo nei volti dei bambini, specialmente di quelli per i quali, come per Gesù, «non c’è posto nell’alloggio» (Lc 2,7).

Vediamo Gesù nei bambini del Medio Oriente, che continuano a soffrire per l’acuirsi delle tensioni tra Israeliani e Palestinesi. In questo giorno di festa invochiamo dal Signore la pace per Gerusalemme e per tutta la Terra Santa; preghiamo perché tra le parti prevalga la volontà di riprendere il dialogo e si possa finalmente giungere a una soluzione negoziata che consenta la pacifica coesistenza di due Stati all’interno di confini concordati tra loro e internazionalmente riconosciuti. Il Signore sostenga anche lo sforzo di quanti nella Comunità internazionale sono animati dalla buona volontà di aiutare quella martoriata terra a trovare, nonostante i gravi ostacoli, la concordia, la giustizia e la sicurezza che da lungo tempo attende.

Vediamo Gesù nei volti dei bambini siriani, ancora segnati dalla guerra che ha insanguinato il Paese in questi anni. Possa l’amata Siria ritrovare finalmente il rispetto della dignità di ogni persona, attraverso un comune impegno a ricostruire il tessuto sociale indipendentemente dall’appartenenza etnica e religiosa. Vediamo Gesù nei bambini dell’Iraq, ancora ferito e diviso dalle ostilità che lo hanno interessato negli ultimi quindici anni, e nei bambini dello Yemen, dove è in corso un conflitto in gran parte dimenticato, con profonde implicazioni umanitarie sulla popolazione che subisce la fame e il diffondersi di malattie.

Vediamo Gesù nei bambini dell’Africa, soprattutto in quelli che soffrono in Sud Sudan, in Somalia, in Burundi, nella Repubblica Democratica del Congo, nella Repubblica Centroafricana e in Nigeria.

Vediamo Gesù nei bambini di tutto il mondo dove la pace e la sicurezza sono minacciate dal pericolo di tensioni e nuovi conflitti. Preghiamo che nella penisola coreana si possano superare le contrapposizioni e accrescere la fiducia reciproca nell’interesse del mondo intero. A Gesù Bambino affidiamo il Venezuela perché possa riprendere un confronto sereno tra le diverse componenti sociali a beneficio di tutto l’amato popolo venezuelano. Vediamo Gesù nei bambini che, insieme alle loro famiglie, patiscono le violenze del conflitto in Ucraina e le sue gravi ripercussioni umanitarie e preghiamo perché il Signore conceda al più presto la pace a quel caro Paese.

Vediamo Gesù nei bambini i cui genitori non hanno un lavoro e faticano a offrire ai figli un avvenire sicuro e sereno. E in quelli a cui è stata rubata l’infanzia, obbligati a lavorare fin da piccoli o arruolati come soldati da mercenari senza scrupoli.

Vediamo Gesù nei molti bambini costretti a lasciare i propri Paesi, a viaggiare da soli in condizioni disumane, facile preda dei trafficanti di esseri umani. Attraverso i loro occhi vediamo il dramma di tanti migranti forzati che mettono a rischio perfino la vita per affrontare viaggi estenuanti che talvolta finiscono in tragedia. Rivedo Gesù nei bambini che ho incontrato durante il mio ultimo viaggio in Myanmar e Bangladesh, e auspico che la Comunità internazionale non cessi di adoperarsi perché la dignità delle minoranze presenti nella Regione sia adeguatamente tutelata. Gesù conosce bene il dolore di non essere accolto e la fatica di non avere un luogo dove poter poggiare il capo. Il nostro cuore non sia chiuso come lo furono le case di Betlemme.

Cari fratelli e sorelle,

anche a noi è indicato il segno del Natale: «un bambino avvolto in fasce…» (Lc 2,12). Come la Vergine Maria e san Giuseppe, come i pastori di Betlemme, accogliamo nel Bambino Gesù l’amore di Dio fatto uomo per noi, e impegniamoci, con la sua grazia, a rendere il nostro mondo più umano, più degno dei bambini di oggi e di domani.

A voi, cari fratelli e sorelle, giunti da ogni parte del mondo in questa Piazza, e a quanti da diversi Paesi siete collegati attraverso la radio, la televisione e gli altri mezzi di comunicazione, rivolgo il mio cordiale augurio.

La nascita di Cristo Salvatore rinnovi i cuori, susciti il desiderio di costruire un futuro più fraterno e solidale, porti a tutti gioia e speranza. Buon Natale!

http://w2.vatican.va/content/francesco/it/events/event.dir.html/content/vaticanevents/it/2017/12/25/urbi-et-orbi.html


Entra nel vivo lo Spirito di Assisi: sabato incontro del Comitato della Civiltà dell’Amore, domenica 27 preghiera interreligiosa e in serata: “Francesco e il Sultano”

“LAVORIAMO INSIEME PER UN’ECONOMIA CHE ABBIA AL CENTRO L’UOMO”

Lo ha detto il vescovo monsignor Sorrentino all’apertura del convegno tra giovani di diverse religioni

ASSISI – “Che cosa ha a che fare l’economia con la giovinezza? Ha tanto a che fare perché l’economia è il vostro futuro. Un’economia che abbia al centro l’umanità. Mettendo insieme le nostre risorse ci accorgiamo che abbiamo tanto in comune, abbiamo tanto da costruire”. Lo ha detto il vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino monsignor Domenico Sorrentino in occasione della tre giorni dello Spirito di Assisi, iniziata venerdì 25 ottobre al Sacro convento con il confronto dialogico tra giovani di diverse religioni che hanno riflettuto sul tema: “Quale economia a partire dalle fedi”.  “Sognare un mondo di pace mentre ogni giorno sentiamo l’urlo della guerra è difficile – ha detto ancora monsignor Domenico Sorrentino – . Chi si è invecchiato nell’esperienza delle cose si è anche rassegnato. Noi non ci rassegniamo. Questo mondo è stato fatto bene da Dio. Non ci piace un mondo che ogni giorno deve essere devastato dalla guerra. Ecco perché ci rivolgiamo a voi giovani, abbiamo fiducia che possiate fare bene e meglio”. Dopo i saluti del preside dell’Istituto teologico, padre Giulio Michelini, la professoressa Annarita Caponera ha tenuto una relazione sul legame tra religione ed economia concludendo che, questi due ambiti, “si legano insieme perché c’è l’uomo che ne è il produttore e il beneficiario. Un’economia che non abbia un riferimento all’uomo e al suo modo di organizzare la vita, e la sua vita in comunità, non esiste. Il problema è quindi: quali sono le regole che devono essere osservate per garantire la produttività dei processi economici? La sfida è consentire alle religioni di tornare a disciplinare eticamente, moralmente, il mercato economico”. Nel merito dell’argomento sono poi entrati i relatori della tavola rotonda, moderata dal presidente della commissione Spirito di Assisi, don Tonio Dell’Olio che ha colloquiato con la musulmana Yasmin Doghri, Alessandro Busti (Baha’ì), Alessio Lanfaloni per i cattolici e Graziano Di Nepi, dell’Unione Giovani ebrei d’Italia (UGEI).  Attraverso gli interventi dei vari relatori sono emerse innanzitutto conoscenze e aspetti economici specifici di ciascuna fede religiosa ma l’unico filo conduttore sull’importanza della centralità dell’uomo nell’economia. Laddove questa presenza è secondaria rispetto al profitto nascono le ingiustizie. La tavola rotonda si è conclusa con alcuni interventi di giovani studenti che hanno portato la loro esperienza positiva nell’approccio, anche culinario, per quanto riguarda i ragazzi dell’Istituto Alberghiero presenti in sala, verso altre religioni. La tre giorni dello Spirito di Assisi continua sabato 26 ottobre con il convegno al Sacro convento a partire dalle ore 9,00 dal titolo: “La Civiltà dell’Amore per la pace e lo Sviluppo ambientale e sociale”, organizzato dal Comitato Civiltà dell’Amore. In serata nella Chiesa abbaziale di San Pietro, si esibirà l’Iberian Folk Ensemble, un’orchestra di chitarre tradizionali spagnole. Quest’anno ricorre anche l’ottavo centenario dell’incontro di San Francesco con il sultano Al Kamil, avvenuto, nel 1219, durante le manovre belliche della quinta crociata. Questo storico incontro sarà tematizzato nella serata finale delle manifestazioni, il 27 ottobre a partire dalle ore 21 nella Basilica Superiore di San Francesco, verrà eseguita in prima assoluta l’opera di teatro musicale “Francesco e il Sultano”, su libretto del sacerdote austriaco Peter Deibler e musica di Fausto Tuscano. Il pezzo verrà concertato nei giorni del Pellegrinaggio assieme a tutti i “pellegrini musicali” da un gruppo di artisti provenienti da Salisburgo, sotto la direzione del M.o Kai Röhrig.

 

 


“UN PASSO SIGNIFICATIVO. FRATELLANZA PACE CONVIVENZA”

UN PASSO SIGNIFICATIVO. FRATELLANZA PACE CONVIVENZA è il titolo dato a quest’incontro progettato e programmato insieme da UNEDI-CICI-UCOII-COREIS-CII.

ROMA – Incontro pienamente riuscito quello tenuto a Roma nel Centro islamico Culturale d’Italia – Moschea di Roma – il 29 Giugno 2019 con la presenza del Segretario Generale della CEI S.E.R. mons. Stefano Russo e il Segretario Generale del Centro Islamico d’Italia Abdellah Redouane.
UN PASSO SIGNIFICATIVO. FRATELLANZA PACE CONVIVENZA è il titolo dato all’incontro progettato e programmato insieme dall’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della CEI (UNEDI), dal Centro Islamico Culturale d’Italia (CICI), dalla Conferenza Islamica Italiana (CII), dalla Comunità Religiosa Islamica (COREIS) e dall’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia (UCOII), ha trovato la risposta di 140 persone: delegati regionali e diocesani della Chiesa cattolica e delegati delle realtà musulmane presenti sul territorio italiano..
È stato il Documento congiunto firmato da Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahamad al-Tayyib a suscitare un incontro a livello nazionale. Un incontro che, come ha ricordato il Segretario Generale della CEI, non è improvvisato, ma “nasce da una storia di relazioni che aveva promosso nel 2017, al Santuario del Divino Amore, un incontro dedicato al Tema della Solidarietà e poi nel 2018, al Santuario di Collevalenza, un successivo incontro dedicato al tema de La gioia dell’Incontro”. Il Segretario Generale mons. Russo ha ricordato l’attenzione che viene data ai giovani: “nel 2018 è stata realizzata una Summer School promossa con e per i giovani cristiani-musulmani. Esperienza di incontro e di conoscenza il cui obiettivo è stata la formazione sui temi della cittadinanza e dei valori costituzionali, insieme a quello di approfondire tematiche legate alla convivenza in un contesto pluralista. E così anche quest’anno verrà promossa in Settembre una seconda edizione, augurando che nelle Regioni italiane si possano promuovere e sostenere iniziative simili”.
Le ottime relazioni tenute da p. Giacomo Costa SJ e dell’Imam Yahya Pallavicini, hanno, di fatto, introdotto ai laboratori, richiamando l’urgenza di concretezza: “è finita l’epoca delle grandi dichiarazioni a cui non seguono dei fatti” afferma p.Costa. Siamo chiamati, dice Pallavicini, a fare passi concreti “sia a livello inter-religioso sia a livello intra-religioso”. I sei laboratori preparati a due voci e gestiti a due voci erano composti da 50% cristiani e da 50% musulmani.
I temi dei laboratori sono già indicati nel Documento firmato congiuntamente ad Abu Dhabi, il 4 Febbraio scorso: 1. Cittadinanza: Diritti e doveri, diversità e uguaglianza con Yassine Lafram e Ignazio De Francesco; 2. Fraternità con Yahya Pallavicini e Valentino Cottini; 3. Strumentalizzazione della religione con Abdellah Massimo Cozzolino e Barbara Ghiringhelli; 4. Libertà religiosa e ruolo delle religioni nello spazio pubblico in un mondo secolarizzato e globalizzato con Cenap Aydin e Marco Bontempi; 5. Ambiente e cura del creato con Adnane Mokrani e Gianluca Padovan; Uomo e donna nel Cristianesimo e nell’Islam oggi con Shahrzad Houshmand e Andrea Pacini.
Anticipato dal momento della preghiera (per i musulmani in Moschea, per i cristiani con la preghiera dell’ora media in Aula Magna presieduta dal Segretario Generale della CEI), il pranzo, offerto dalle cinque realtà organizzatrici, è stato un momento importante di condivisione, amicizia, ascolto dialogico, conoscenza reciproca anche delle altre realtà musulmane che hanno partecipato all’evento come quella del Senegal, del Bangladesh, del Pakistan e quella Turca.
Nella restituzione dei laboratori sono emerse ricchezze sulle quali si aprono orizzonti di lavoro e passi concreti da compiere. Proprio su questo il Segretario Generale della CEI, rivolgendosi all’autorevole Assemblea, ha posto la domanda: “la giornata del 26 ottobre dedicata al dialogo islamo-cristiano non potrebbe diventare – a livello nazionale – un appuntamento fisso per noi? Ogni anno tentare di fare un passo, con scelte condivise: i temi trattati nei laboratori potrebbero diventare il filo rosso. Lavorare insieme con l’arte del dialogo, nella franchezza sulle cose che ci stanno più a cuore, vuol dire che è possibile, anche nella diversità, fare dei passi insieme”.
Nella sua relazione il Segretario Generale della CEI ha richiamato quattro punti tra i tanti, per contribuire a costruire il futuro delle nostre società e delle nostre città:
1. L’attenzione e la cura verso i poveri. Il grido dei poveri, dei miseri, degli emarginati, dei bambini, degli orfani, delle vedove, dei rifugiati, degli esiliati, dei perseguitati, dei deboli, di quanti vivono nella paura e dei torturati, tocca il cuore di Dio. Lo commuove visceralmente rivelandosi come Dio misericordioso. Cristiani e Musulmani sono chiamati ad intervenire su questo.
2. L’impegno fattivo per le questioni che riguardano la piena cittadinanza a cui fa seguito.
3. Il compito di lavorare insieme per la libertà religiosa in tutte le sue forme. Anche negli stati musulmani ci possa essere un’analoga situazione, perché i cristiani possano avere una cittadinanza egualitaria.
4. L’impegno a collaborare insieme con tutti gli uomini del pianeta per la salvaguardia del creato. La tematica ambientale ci permette di ampliare il dialogo a tutte le genti della terra.
Il Segretario Generale Abdellah Radouane, ha raccontato la storia del Centro Islamico Culturale d’Italia: “prima di essere un luogo di culto è anzitutto un centro culturale dove centinaia di migliaia di studenti lungo l’anno vengono per vedere, conoscere e riflettere”. Vari Presidenti della Repubblica Italiana hanno fatto visita al Centro fin dalla posa della prima pietra.
La presenza del Segretario Generale della CEI ha avvalorato il cammino islamo-cristiano fatto finora: il 29 Giugno 2019 è stato fatto un Passo Significativo.

Fonte: Sito CHIESA CATTOLICA ITALIANA

Link: https://ecumenismo.chiesacattolica.it/2019/07/02/un-passo-significativo-fratellanza-pace-convivenza/

Foto: https://ecumenismo.chiesacattolica.it/2019/07/02/un-passo-significativo-fratellanza-pace-convivenza/

 

 

SPIRITO DI ASSISI. Incontro con l’Islam a Roma

PASSO SIGNIFICATIVO 

ROMA – Sabato 29 giugno l’Ufficio CEI per il dialogo ecumenico e interreligioso, insieme ai più importanti coordinamenti delle realtà islamiche in Italia (Coreis, Ucoii, Lega mondiale islamica) hanno dato vita a una giornata di riflessione a partire dal “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” firmato congiuntamente lo scorso febbraio ad Abu Dhabi da Papa Francesco e da Ahmad Al Tayyeb, imam della Grande moschea di Al-Azhar. La chiesa locale di Assisi non poteva non essere presente all’appuntamento che è frutto dello spirito di Assisi e che si è realizzato nell’ottavo centenario della vista di Francesco al sultano d’Egitto Melik-al-Kamil. Per questo, fra Antonello Fanelli del Sacro Convento, Marina Zola responsabile dell’Ufficio ecumenismo e dialogo interreligioso e Tonio Dell’Olio presidente della Commissione spirito di Assisi, hanno preso parte all’importante iniziativa. Per la prima volta l’incontro è stato preparato da un gruppo di lavoro paritetico di cattolici e musulmani e, forse ancor più significativamente, la giornata ha avuto luogo presso la Grande Moschea di Roma. Il titolo della riunione era “Un passo significativo” e le relazioni centrali affidate a p. Giacomo Costa direttore di Aggiornamenti Sociali e a Yahya Pallavicini del Coreis (Comunità religiose islamiche italiane) nonché i sei gruppi di lavoro su altrettanti punti del documento, lo hanno dimostrati offrendo spunti di impegno per le comunità cattoliche e musulmane. Ma l’incontro ha costituito un passo importante per imparare a frequentarsi, parlarsi e stimarsi, come dovremmo impararare sempre più a fare nelle comunità locali.

T.D.O.

Fonte: Articolo La Voce


Messaggio del vescovo di Assisi occasione della preghiera per la pace del 27 novembre ricordando lo storico incontro del 1986

“VICINI AI NOSTRI AMICI MUSULMANI, DEPLORIAMO QUESTO ASSURDO FANATISMO CHE UMILIA LA RELIGIONE”

Come ogni 27 del mese, anche in questo novembre vi invito a fare memoria, e in qualche modo a rivivere spiritualmente, ciascuno nella sua sede e comunità, lo storico incontro di preghiera delle religioni per la pace che si tenne in Assisi il 27 ottobre 1986. Proprio in memoria di quell’evento, un mese fa abbiamo vissuto nella Città di san Francesco giornate di preghiera con ben nove fratelli e sorelle rappresentanti di altrettante religioni, ritrovandoci anche nella riflessione organizzata dall’Istituto Teologico Assisano e in alcuni momenti di musica e danza legati a diverse espressioni ed esperienze religiose.

La sfida della pace ci incalza. Anche in questi giorni abbiamo visto immagini drammatiche di una pace ferita, offesa, colpita in tante parti del mondo. In particolare ricordo gli attentati del 20 novembre scorso in Nigeria nella moschea della città di Mubi con circa 50 vittime e quello del 24 in Egitto in una moschea del nord del Sinai con 235 vittime. Siamo vicini ai nostri fratelli e sorelle di religione islamica e deploriamo con loro questo assurdo fanatismo che umilia insieme la religione – ogni religione! – e la dignità umana. Come cristiani, siamo poi invitati a riflettere sul fatto che ad essere colpiti sono stati gli stessi musulmani in un luogo di preghiera. Non è lecito confondere il fanatismo fondamentalista con un’intera religione!

In questo stesso periodo è stato anche assegnato il Premio Nobel per la pace che sarà consegnato tra pochi giorni alla Coalizione internazionale contro le armi nucleari. Si è raggiunto il grande obiettivo di un accordo a livello mondiale, ovvero di Nazioni Unite, sulla messa al bando di questo tipo di armi che rappresentano una seria minaccia per l’intera umanità: qualcosa di veramente irrazionale, una “follia” ( “alienum est a ratione”), diceva Giovanni XXIII nella Pacem in Terris. Di qui l’invito a pregare e ad agire nei luoghi e nelle modalità opportune affinché tutte le nazioni che producono e/o possiedono tali armamenti aderiscano e che anche il nostro Paese, che finora se ne è astenuto, possa firmare.

Per ultimo Papa Francesco ci ha fatto dono del messaggio per la 51ma Giornata Mondiale della Pace che ha come tema: “Migranti e rifugiati: uomini e donne in cerca di pace”. Siamo chiamati alla preghiera, all’accoglienza e al riconoscimento di questi nostri fratelli e sorelle come cercatori di pace.

Che queste intenzioni diventino il cuore del nostro appuntamento mensile di preghiera per la pace in comunione con tutta la ricchezza delle espressioni di fede sparse in seno all’umanità e diventino nostro costante impegno nella costruzione della pace che è dono dell’unico Dio.

Assisi, 26 novembre 2017

+ Domenico, Vescovo

 


27 GIUGNO: UNITI IN PREGHIERA PER LA PACE

Dal brano dell’evangelista Matteo previsto per la Messa di oggi, traggo questo spunto evangelico per dare alla nostra preghiera del 27 – il nostro appuntamento mensile per la pace  – un orientamento di meditazione e di applicazione spirituale alla nostra vita.
            Quello che Gesù ci dice è tanto concreto. Non lascia scampo. È  un modo di declinare l’amore per tutti che ci costringe a metterci nei panni degli altri: tutti, senza eccezione. Da quelli più “vicini”, a quelli che ci sono più lontani per cultura, religione, opinioni, sentimenti, ecc..
Pregare per la pace significa non solo elevare un pensiero al Signore, ma anche intrecciare relazioni. La preghiera è una relazione. È  la relazione che noi viviamo con Dio, sviluppata in termini espliciti e caldi, che diventa immediatamente relazione fraterna. Quando infatti ci rivolgiamo a Dio, prendiamo coscienza che egli è il nostro Padre, anzi – per dirla con Gesù – il nostro Abbà, il “papà”. E questo implicitamente significa che siamo fratelli. Tutti. C’è la specifica fraternità della fede – l’essere in Cristo – e c’è la fraternità universale che precede e avvolge la stessa relazione fraterna tra credenti.
            Proviamo, cari fratelli e sorelle, a dare oggi alla nostra preghiera questo tono filiale e fraterno. Nelle  condizioni di vita contemplativa – come è proprio delle sorelle claustrali, alle quali in particolare affidiamo l’intenzione per la pace – o di vita attiva, come può essere per tanti di noi, pastori, persone di vita consacrata, e laici, ciascuno vada con il pensiero ai più lontani e ai più diversi, e li senta vicini, tanto vicini, direi “dentro”, con quel senso di intimità che viene dallo Spirito Santo. Buona preghiera e buona giornata a tutti.
+ Domenico, vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino

A SENIGALLIA UN INCONTRO SUL DOCUMENTO PER LA FRATELLANZA UMANA

SENIGALLIA – Giovedì 10 ottobre alle ore 21 presso il teatro Portone a Senigallia don Tonio Dell’Olio (Presidente della Pro Civitate Christiana) e Lorenzo Fazzini (giornalista e direttore EMI) presenteranno il Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato lo scorso febbraio da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb.

A seguire il vescovo monsignor Francesco Manenti e l’Imam Boulkhair di Senigallia firmeranno una Carta che attesta l’impegno delle rispettive religioni a rendere effettivi i contenuti del Documento sulla Fratellanza umana che Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb hanno sottoscritto lo scorso febbraio.

Per ulteriori informazioni cliccare qui

 


Appuntamento venerdì 27 aprile alle ore 21 nel santuario di San Damiano

AD ASSISI PREGHIERA PER LA PACE IN SIRIA

Il vescovo Sorrentino invita anche i fratelli, le sorelle delle altre fedi religiose

ASSISI – È il santuario di San Damiano il luogo prescelto per l’appuntamento del 27 aprile alle ore 21, giornata di preghiera dedicata alla pace in Siria, aperto anche ad esponenti di altre religioni. Dopo l’appello e la lettera aperta ad António Gutierrez, segretario generale delle Nazioni Unite (del vescovo di Assisi con le Famiglie Francescane, il sindaco di Assisi con le istituzioni pubbliche e le associazioni della Città, la Tavola della Pace, Rete della Pace), l’invito forte alla preghiera parte dal vescovo monsignor Domenico Sorrentino che lo estende anche “a quanti hanno il senso della preghiera e vivono con il desiderio della pace. In questo mese – rende noto il vescovo – vogliamo concentrare la nostra attenzione sulla Siria, allarmati e angosciati per tutte le notizie che provengono da quella terra tormentata e fortemente preoccupati per il coinvolgimento di un enorme numero di civili inermi, soprattutto bambini, nei bombardamenti. Non abbiamo trascurato, nei giorni scorsi,  di compiere qualche passo per sostenere la diplomazia internazionale e l’autorità sovranazionale delle Nazioni Unite promuovendo qualche iniziativa anche con l’amministrazione comunale di Assisi, città a cui guarda il popolo dei costruttori di pace presenti nel mondo. Il 27 aprile alle ore 21 – precisa monsignor Sorrentino – ci troveremo nella Chiesa di San Damiano, dove il Crocifisso parlò a San Francesco, e dove Chiara  allontanò dalla città di Assisi la minaccia della violenza usando  la forza semplice e pacificante dell’eucarestia. Sulle sue orme, anche noi vogliamo dare vita a una ‘adorazione eucaristica per la pace’ perché sia salvaguardata la vita di tante persone inermi in Siria e in ogni angolo del mondo. È una preghiera che, ben lungi dal concedere un alibi alla nostra coscienza, ci responsabilizza tanto come appartenenti alla stessa famiglia umana delle vittime, quanto come credenti che sono chiamati a spezzare e condividere il pane eucaristico nel quale ci riconosciamo tutti fratelli e sorelle, figli dello stesso Padre e in cammino con Cristo nostra pace. Vi invito pertanto a promuovere l’adorazione eucaristica nelle vostre comunità – conclude il vescovo – e a unirvi alla preghiera che vivremo in San Damiano. Sarà bello se anche fratelli e sorelle di altre fedi vorranno unirsi a noi spiritualmente, secondo le loro tradizioni, nell’invocazione della pace rivolta all’unico Padre”.

 


Il 27 gennaio dedicato alle popolazioni del Myanmar (ex Birmania)

ANCHE PAPA FRANCESCO SI UNISCE ALLA PREGHIERA PER LA PACE IN RICORDO DELLO SPIRITO DI ASSISI

Il Pontefice invia un messaggio al vescovo Sorrentino ringraziandolo per l’iniziativa di preghiera

ASSISI – Anche Papa Francesco si unisce alla Giornata di preghiera per la pace del 27 di ogni mese, nel solco dello storico incontro di preghiera con i vari leaders religiosi voluto ad Assisi da San Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986; questo mese dedicata alle popolazioni del Myanmar. Informato dal vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, il Papa gli ha risposto con un biglietto confidenziale, ringraziando per l’iniziativa e unendosi alla preghiera. «Anch’io mi unisco a voi. Questo mese per il Myanmar». Ha poi chiesto preghiere, assicurando la sua preghiera per la diocesi. L’appuntamento per il quale non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare nell’arco della giornata del 27 di ogni mese, è organizzato dalla Commissione diocesana per lo “Spirito di Assisi”.
“Con il nuovo anno – dichiara monsignor Sorrentino nell’invito alla preghiera – riprendiamo il nostro percorso di preghiera per la pace. Continuo a ricevere notizie del diffondersi dell’iniziativa di ritrovarsi spiritualmente uniti ogni mese per invocare e costruire la pace, ponendo l’attenzione su una regione attraversata da conflitti, violenze e guerra. Trovarci uniti nella preghiera è un motivo di speranza. Rinnova la nostra fiducia nell’aiuto di Dio e insieme rinsalda il nostro impegno comune nella costruzione della pace. In questo primo mese dell’anno – precisa il vescovo – vi invito a pregare per il Myanmar, da molti conosciuto come ex Birmania. Purtroppo la situazione politica e sociale di quel Paese non è sempre ben nota. Lo propongono alla nostra attenzione e alla nostra preghiera alcuni membri della Commissione “spirito di Assisi” che nei giorni scorsi si sono recati in visita proprio in Myanmar arricchendo lo scambio con incontri significativi e approfondendo le ragioni di alcune situazioni drammatiche che lì si vivono.
Rinnovo pertanto l’appello a levare lo sguardo, i cuori e le mani verso Dio – conclude monsignor Sorrentino – per sostenere il popolo birmano nel suo cammino di uscita dalla violenza e per l’avvio di una stagione di pace, di riconciliazione, di democrazia”.

 


La dichiarazione sarà al centro della Giornata di preghiera per la pace del 27 febbraio

ASSISI FA SUO IL DOCUMENTO DI FRATELLANZA TRA IL PAPA E IL GRANDE IMAM

La Commissione Spirito di Assisi lancia la sottoscrizione dell’intesa tra le varie fedi a livello locale

ASSISI – A distanza di un mese dalla firma del Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, tra Papa Francesco e il Grande Imam Ahmad Al-Tayyeb la diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino fa suo il documento.

L’intenzione di preghiera interreligiosa per la pace del 27 febbraio non è infatti questo mese rivolta verso un’area precisa di conflitto, ma è dedicata all’intesa tra il Papa e il Grande Imam di Al-Azhar.

“Vorremmo – dichiara monsignor Sorrentino nell’invito alla preghiera – che si realizzasse il progetto enunciato nel Documento stesso di ‘impegnarsi nel diffondere i principi di questa Dichiarazione a tutti i livelli regionali e internazionali, sollecitando a tradurli in politiche, decisioni, testi legislativi, programmi di studio e materiali di comunicazione’. Per questo la Commissione spirito di Assisi si impegna a proporre la firma dello stesso Documento a livello locale tra i rappresentanti e gli aderenti delle comunità musulmane e cattoliche e, perché no, anche di ciascun credente a qualunque religione appartenga”.

L’appuntamento per il quale non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare nell’arco della giornata del 27 di ogni mese, è organizzato dalla Commissione diocesana per lo “Spirito di Assisi”.

In allegato l’Invito alla preghiera del vescovo monsignor Domenico Sorrentino e il Documento sulla Fratellanza Umana per la Pace mondiale e la convivenza comune

 

 


È dedicata alla custodia della “casa comune” la giornata del 27 settembre in ricordo dello storico incontro per la pace del 1986

ASSISI PREGA PER IL CREATO

ASSISI – Torna l’appuntamento spirituale di preghiera per la pace del 27 di ogni mese, in ricordo dello storico incontro del 1986, che a settembre è rivolto alla custodia del Creato. “Per rispondere alla crisi ecologica che non conosce frontiere – scrive il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino – e minaccia la vita con conseguenze che possono rivelarsi catastrofiche, le religioni sono chiamate a tenersi per mano nella difesa del creato. Siamo peraltro ben consapevoli dell’intima relazione che esiste tra questione ecologica e conflitti armati, tra cambiamenti climatici e fenomeno migratorio, tra inquinamento e minaccia alla vita degli uomini, tra gli incendi in Amazzonia, in Siberia e in altre aree del pianeta ed effetto serra. Dalla terra, così come da ogni essere vivente, sembra alzarsi un grido di dolore che le religioni, con tutti gli uomini e donne di buona volontà, sono chiamate ad accogliere per costruire insieme una pace autentica. Per queste ragioni il 27 settembre – aggiunge ancora il vescovo – invitiamo a rivolgersi all’unico Dio per chiedergli di aiutarci a rispettare e custodire la terra, nostra casa comune, impegnandoci ad adottare stili di vita conseguenti e a promuovere scelte politiche, locali e planetarie, finalizzate a preservare l’intera creazione di cui l’essere umano è parte. “Laudato si’, mi’ Signore, cum tucte le tue creature”. Questi accenti del Cantico di san Francesco di Assisi, che sono il filo d’oro dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, siano anche il filo d’oro della nostra preghiera”. Per la preghiera non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare per questa intenzione nei vari momenti e nelle celebrazioni eucaristiche della giornata del 27 settembre.

In allegato l’invito alla preghiera del vescovo monsignor Domenico Sorrentino e la relativa scheda