Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,
carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,
lo scorso 14 maggio abbiamo aderito, in comunione con papa Francesco, all’invito dell’Alto Comitato per la Fratellanza umana per “una giornata di preghiera e digiuno e opere di carità, per implorare Dio di aiutare l’umanità a superare la pandemia da Coronavirus”. Vi ringrazio di cuore perché so che molte famiglie, molte comunità religiose e molti fratelli e sorelle di tante religioni diverse si sono uniti nei tre gesti che ci venivano richiesti.
Per il nostro prossimo appuntamento di preghiera del 27 vorrei che proseguissimo nella preghiera per questa intenzione concentrandola sulle situazioni di maggiore necessità. Si tratta di campi profughi, villaggi difficilmente raggiungibili, comunità indigene come quella dell’Amazzonia, aree distanti da presidi sanitari e luoghi di cura, periferie degradate di centri urbani, situazioni già provate da conflitti armati, popolazioni provate dalle conseguenze nefaste delle sanzioni economiche dirette ai propri governi. Sono gli ambienti in cui la miseria non consente di far fronte adeguatamente a una minaccia tanto pericolosa come quella del virus Covid 19. Pregheremo anche perché quanti sono responsabili di scelte economiche e politiche siano veramente docili alla voce dello Spirito di Dio e guardino non a interessi particolari ma al bene comune delle proprie nazioni e del mondo intero.
Vi chiedo pertanto di unirci spiritualmente ancora a invocare la pace che oggi significa soprattutto riuscire a debellare la minaccia della pandemia. Lo faremo, come sempre, nella giornata di mercoledì 27 maggio, ciascuno nei luoghi e secondo le modalità che sono più consone e che vengono consentite dalle norme sanitarie in corso.
Il Signore vi dia pace
Assisi, maggio 2020
+ Domenico Sorrentino, vescovo
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