ASSISI – Anche Papa Francesco si unisce alla Giornata di preghiera per la pace del 27 di ogni mese, nel solco dello storico incontro di preghiera con i vari leaders religiosi voluto ad Assisi da San Giovanni Paolo II il 27 ottobre 1986; questo mese dedicata alle popolazioni del Myanmar. Informato dal vescovo di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, il Papa gli ha risposto con un biglietto confidenziale, ringraziando per l’iniziativa e unendosi alla preghiera. «Anch’io mi unisco a voi. Questo mese per il Myanmar». Ha poi chiesto preghiere, assicurando la sua preghiera per la diocesi. L’appuntamento per il quale non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare nell’arco della giornata del 27 di ogni mese, è organizzato dalla Commissione diocesana per lo “Spirito di Assisi”.
“Con il nuovo anno – dichiara monsignor Sorrentino nell’invito alla preghiera – riprendiamo il nostro percorso di preghiera per la pace. Continuo a ricevere notizie del diffondersi dell’iniziativa di ritrovarsi spiritualmente uniti ogni mese per invocare e costruire la pace, ponendo l’attenzione su una regione attraversata da conflitti, violenze e guerra. Trovarci uniti nella preghiera è un motivo di speranza. Rinnova la nostra fiducia nell’aiuto di Dio e insieme rinsalda il nostro impegno comune nella costruzione della pace. In questo primo mese dell’anno – precisa il vescovo – vi invito a pregare per il Myanmar, da molti conosciuto come ex Birmania. Purtroppo la situazione politica e sociale di quel Paese non è sempre ben nota. Lo propongono alla nostra attenzione e alla nostra preghiera alcuni membri della Commissione “spirito di Assisi” che nei giorni scorsi si sono recati in visita proprio in Myanmar arricchendo lo scambio con incontri significativi e approfondendo le ragioni di alcune situazioni drammatiche che lì si vivono.
Rinnovo pertanto l’appello a levare lo sguardo, i cuori e le mani verso Dio – conclude monsignor Sorrentino – per sostenere il popolo birmano nel suo cammino di uscita dalla violenza e per l’avvio di una stagione di pace, di riconciliazione, di democrazia”.