GIORNATA DI PREGHIERA PER LA PACE NELLA REPUBBLICA CENTRAFRICANA

L’invito è rivolto a tutti nei vari momenti della giornata

ASSISI – È dedicata alla Repubblica Centrafricana l’intenzione di preghiera per la pace del 27 marzo. L’appuntamento voluto dal vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino e portato avanti dalla Commissione diocesana per lo “Spirito di Assisi” ha cadenza mensile.

“Come un itinerario spirituale e geografico – comunica il vescovo -, proseguiamo unendo la forza della nostra supplica rivolta all’unico Dio affinché ogni persona che abita il pianeta possa accogliere il dono prezioso della pace. Come cristiani ci stiamo preparando alla festa che segna il centro della nostra fede: la Pasqua di Cristo. Un motivo ancora più profondo per aprirci ai credenti di ogni fede e comunicare loro il desiderio che la resurrezione di Gesù possa coinvolgere soprattutto coloro che portano impresse nella carne e nell’esperienza quotidiana le ferite della violenza e dell’ingiustizia per aprirsi alla vita con speranza. Facendo mio il suggerimento della Commissione spirito di Assisi – prosegue monsignor Sorrentino – , per il 27 marzo propongo di unire la nostra preghiera a favore di un Paese che sta attraversando da anni una difficile condizione di conflitto, la Repubblica Centrafricana. Nella scheda che accludo potrete attingere maggiori dettagli sulle ragioni del conflitto e sulle forze che si confrontano militarmente. Chiedo a tutti di sostenere gli spiragli di una pace fragile ma preziosa. Ci sta particolarmente a cuore anche perché Papa Francesco proprio in questa terra decise di dare inizio all’anno di Grazia del Giubileo della Misericordia. Rivolgersi a Dio per invocare la pace per la Repubblica Centrafricana equivale a dare voce a tanti poveri che non hanno voce e dare centralità nella nostra preghiera a quella che appare con tutta evidenza una periferia degli interessi mondiali dei potenti. Invochiamo, uniti, il Dio della Pace perché converta il cuore dei violenti e continui a stare accanto alla sorte dei poveri”.

Per la preghiera non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare per questa intenzione nei vari momenti e nelle celebrazioni eucaristiche della giornata del 27 marzo.

In allegato l’invito di preghiera per la pace in Nicaragua del vescovo monsignor Domenico Sorrentino e la relativa scheda

 

 

 


GIORNATA DI PREGHIERA PER IL SUD SUDAN, SRI LANKA E LIBIA

ASSISI – “La preghiera cui intendo chiamarvi il prossimo 27 aprile si pone al servizio del processo di pace iniziato in Sud Sudan. Ma non dimentichiamo, anzi includiamo volentieri nella nostra preghiera, altre urgenze come la guerra in Libia, che potrebbe provocare conseguenze tragiche”. Questo uno dei passaggi dell’invito del vescovo monsignor Domenico Sorrentino, lanciato in occasione dell’appuntamento di preghiera per la pace che si ripete il 27 di ogni mese, durante il quale si ricorderà lo Sri Lanka a seguito dei tragici attentati avvenuti nei giorni scorsi.

“Per il nostro appuntamento spirituale di preghiera per la pace nel 27 di ogni mese – sottolinea il vescovo –  vi propongo di farci eco del gesto quanto mai significativo compiuto da Papa Francesco lo scorso giovedì 11 aprile. Egli ha voluto chinarsi ai piedi del presidente dello Stato del Sud Sudan e degli oppositori che ormai da anni alimentano un conflitto armato violento e sanguinoso. Papa Francesco ha baciato i loro piedi indicando concretamente a tutti le strade che possono costruire la pace. È importante notare che aveva convocato in Vaticano i contendenti non in vista di un ulteriore negoziato ma per un ritiro spirituale, nella certezza che la meditazione e la preghiera sono elementi – chiave per dare vigore ai processi di pace. Inoltre, insieme ai capi politici, ha invitato anche quelli religiosi presenti in quella regione, compreso Justin Welby primate della Chiesa Anglicana, perché la costruzione della pace richiede di raccogliere tutte le forze spirituali. Infine ha accompagnato la preghiera e la parola ripetendo il gesto significativo compiuto da Gesù nel cenacolo il giovedì santo. Ha indicato così che per puntare sguardo e cuore verso il bene sommo della pace occorre sottrarsi alla logica dei giochi di potere e praticare la via dell’umiltà e del dialogo. Alle sorelle e ai fratelli delle altre religioni che si uniscono alla preghiera mensile per la pace – conclude il vescovo – desidero partecipare la speranza cristiana che nasce dalla Pasqua, ossia dalla passione, morte e resurrezione di Gesù Cristo, da noi celebrata in questo stesso mese di Aprile. Insieme, e con coraggio, proviamo a metterci al servizio dei progetti di resurrezione, rinascita, pienezza di vita che Dio ha per ogni uomo e per ogni popolo della terra”.

Per la preghiera non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare per questa intenzione nei vari momenti e nelle celebrazioni eucaristiche della giornata del 27 marzo.

In allegato l’invito di preghiera del vescovo monsignor Domenico Sorrentino.

 


GIORNATA DI PREGHIERA PER LE VITTIME DEL SISTEMA ECONOMICO INGIUSTO

L’invito del vescovo Sorrentino in preparazione di Economy of Francesco

ASSISI – Sulla scia della lettera del Santo Padre che ha lanciato l’evento “Economy of Francesco” che si terrà nella città serafica nel marzo 2020, la Commissione Spirito di Assisi, il 27 maggio invita a pregare per un’economia più giusta. “In questo mese di maggio – spiega il vescovo monsignor Domenico Sorrentino – non possiamo nascondere la festa del cuore che ci ha prodotto l’annuncio di Papa Francesco di realizzare proprio qui in Assisi l’evento Economy of Francesco in cui lui stesso conta di accogliere giovani imprenditori e imprenditrici ed economisti che accettino di stipulare “un ‘patto’ per cambiare l’attuale economia e dare un’anima all’economia di domani”. Per questa ragione memori dell’ammonizione del Concilio Vaticano II – prosegue monsignor Sorrentino – per il quale la pace non è assenza di guerra ma opera di giustizia, il 27 di questo mese di maggio mi permetto di invitare tutti a pregare piuttosto che per un’area di conflitto, per le vittime del sistema economico ingiusto che genera conflitti e violenze oltre che fame, distruzione e morte. Quella stessa che il Papa in più occasioni ha definito ‘economia che uccide’. In questo modo portiamo nel cuore anche la preparazione dell’evento del 26-28 marzo 2020. Pregare per le vittime del sistema economico inequo – spiega ancora monsignor Sorrentino – significa ad esempio pregare per i migranti che sono costretti ad abbandonare case e affetti per iniziare viaggi in cui rischiano la vita e a volte la perdono; per i bambini sfruttati in lavori rischiosi e faticosi; per le donne vittime della tratta a scopo lavorativo o sessuale; per i lavoratori cui non vengono garantiti i diritti elementari, un ambiente lavorativo sicuro e salubre e un giusto salario; per il popolo degli scartati da un modello economico che pone il profitto al di sopra di ogni altra esigenza. Pertanto il 27 maggio – conclude – ci riuniremo spiritualmente ciascuno nella propria comunità di fede e secondo stili e tradizioni proprie facendoci interpreti presso Dio del grido degli oppressi e degli sfruttati. Un pensiero di particolare affetto voglio riservare ai fratelli e alle sorelle musulmani che vivranno questo appuntamento nel contesto del tempo sacro del Ramadan”. Per la preghiera non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare per questa intenzione nei vari momenti e nelle celebrazioni eucaristiche della giornata del 27 maggio.

 


Preghiera per la pace nello Spirito di Assisi

Questo mese preghiamo per i nostri fratelli di religione Baha’i

Carissimi,
per il 27 giugno, giorno del mese in cui raccogliamo in unità le invocazioni di preghiera per la pace, i nostri fratelli di religione Baha’i che da tempo accompagnano questo appuntamento mensile, ci chiedono di pregare per i membri della loro comunità discriminati e perseguitati in Iran e in altri paesi del mondo.
Fondata da Baha’u’llah nel XIX secolo proprio in Iran, la religione Baha’i nasce in ambito musulmano, predica l’unicità di Dio e della religione, l’unità del genere umano, lo sviluppo delle qualità spirituali e ha sempre garantito la propria adesione e partecipazione agli incontri di dialogo e di preghiera delle religioni per la pace. La richiesta di concentrare la nostra attenzione spirituale per la condizione di questi fratelli e sorelle ripropone il tema della libertà religiosa che in tante aree del pianeta magari viene anche proclamata come diritto, sottoscritta nei trattati, ma poi clamorosamente smentita da comportamenti, leggi, azioni discriminatorie e persecutorie.
Vi chiedo pertanto di unirvi spiritualmente in preghiera nelle vostre comunità come nelle vostre case, nei luoghi tradizionali di preghiera delle varie religioni, nei monasteri, nelle parrocchie, in famiglia… a sostegno dei perseguitati di questa religione e di tutte le minoranze religiose che non vedono riconosciuti i loro diritti. Preghiamo perché si realizzi il sogno di pace espresso ad Assisi ormai 33 anni fa da san Giovanni Paolo II e da tanti leaders religiosi del mondo.
Il Signore vi dia pace!

+ Domenico Sorrentino, vescovo

 

> scheda sulla situazione Baha’ì in Iran

> Bishop’s invitation

> Information sheet PERSECUTIONS AGAINST THE BAHA’Ì

 


“UN PASSO SIGNIFICATIVO. FRATELLANZA PACE CONVIVENZA”

UN PASSO SIGNIFICATIVO. FRATELLANZA PACE CONVIVENZA è il titolo dato a quest’incontro progettato e programmato insieme da UNEDI-CICI-UCOII-COREIS-CII.

ROMA – Incontro pienamente riuscito quello tenuto a Roma nel Centro islamico Culturale d’Italia – Moschea di Roma – il 29 Giugno 2019 con la presenza del Segretario Generale della CEI S.E.R. mons. Stefano Russo e il Segretario Generale del Centro Islamico d’Italia Abdellah Redouane.
UN PASSO SIGNIFICATIVO. FRATELLANZA PACE CONVIVENZA è il titolo dato all’incontro progettato e programmato insieme dall’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo Interreligioso della CEI (UNEDI), dal Centro Islamico Culturale d’Italia (CICI), dalla Conferenza Islamica Italiana (CII), dalla Comunità Religiosa Islamica (COREIS) e dall’Unione delle Comunità e Organizzazioni Islamiche in Italia (UCOII), ha trovato la risposta di 140 persone: delegati regionali e diocesani della Chiesa cattolica e delegati delle realtà musulmane presenti sul territorio italiano..
È stato il Documento congiunto firmato da Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar Ahamad al-Tayyib a suscitare un incontro a livello nazionale. Un incontro che, come ha ricordato il Segretario Generale della CEI, non è improvvisato, ma “nasce da una storia di relazioni che aveva promosso nel 2017, al Santuario del Divino Amore, un incontro dedicato al Tema della Solidarietà e poi nel 2018, al Santuario di Collevalenza, un successivo incontro dedicato al tema de La gioia dell’Incontro”. Il Segretario Generale mons. Russo ha ricordato l’attenzione che viene data ai giovani: “nel 2018 è stata realizzata una Summer School promossa con e per i giovani cristiani-musulmani. Esperienza di incontro e di conoscenza il cui obiettivo è stata la formazione sui temi della cittadinanza e dei valori costituzionali, insieme a quello di approfondire tematiche legate alla convivenza in un contesto pluralista. E così anche quest’anno verrà promossa in Settembre una seconda edizione, augurando che nelle Regioni italiane si possano promuovere e sostenere iniziative simili”.
Le ottime relazioni tenute da p. Giacomo Costa SJ e dell’Imam Yahya Pallavicini, hanno, di fatto, introdotto ai laboratori, richiamando l’urgenza di concretezza: “è finita l’epoca delle grandi dichiarazioni a cui non seguono dei fatti” afferma p.Costa. Siamo chiamati, dice Pallavicini, a fare passi concreti “sia a livello inter-religioso sia a livello intra-religioso”. I sei laboratori preparati a due voci e gestiti a due voci erano composti da 50% cristiani e da 50% musulmani.
I temi dei laboratori sono già indicati nel Documento firmato congiuntamente ad Abu Dhabi, il 4 Febbraio scorso: 1. Cittadinanza: Diritti e doveri, diversità e uguaglianza con Yassine Lafram e Ignazio De Francesco; 2. Fraternità con Yahya Pallavicini e Valentino Cottini; 3. Strumentalizzazione della religione con Abdellah Massimo Cozzolino e Barbara Ghiringhelli; 4. Libertà religiosa e ruolo delle religioni nello spazio pubblico in un mondo secolarizzato e globalizzato con Cenap Aydin e Marco Bontempi; 5. Ambiente e cura del creato con Adnane Mokrani e Gianluca Padovan; Uomo e donna nel Cristianesimo e nell’Islam oggi con Shahrzad Houshmand e Andrea Pacini.
Anticipato dal momento della preghiera (per i musulmani in Moschea, per i cristiani con la preghiera dell’ora media in Aula Magna presieduta dal Segretario Generale della CEI), il pranzo, offerto dalle cinque realtà organizzatrici, è stato un momento importante di condivisione, amicizia, ascolto dialogico, conoscenza reciproca anche delle altre realtà musulmane che hanno partecipato all’evento come quella del Senegal, del Bangladesh, del Pakistan e quella Turca.
Nella restituzione dei laboratori sono emerse ricchezze sulle quali si aprono orizzonti di lavoro e passi concreti da compiere. Proprio su questo il Segretario Generale della CEI, rivolgendosi all’autorevole Assemblea, ha posto la domanda: “la giornata del 26 ottobre dedicata al dialogo islamo-cristiano non potrebbe diventare – a livello nazionale – un appuntamento fisso per noi? Ogni anno tentare di fare un passo, con scelte condivise: i temi trattati nei laboratori potrebbero diventare il filo rosso. Lavorare insieme con l’arte del dialogo, nella franchezza sulle cose che ci stanno più a cuore, vuol dire che è possibile, anche nella diversità, fare dei passi insieme”.
Nella sua relazione il Segretario Generale della CEI ha richiamato quattro punti tra i tanti, per contribuire a costruire il futuro delle nostre società e delle nostre città:
1. L’attenzione e la cura verso i poveri. Il grido dei poveri, dei miseri, degli emarginati, dei bambini, degli orfani, delle vedove, dei rifugiati, degli esiliati, dei perseguitati, dei deboli, di quanti vivono nella paura e dei torturati, tocca il cuore di Dio. Lo commuove visceralmente rivelandosi come Dio misericordioso. Cristiani e Musulmani sono chiamati ad intervenire su questo.
2. L’impegno fattivo per le questioni che riguardano la piena cittadinanza a cui fa seguito.
3. Il compito di lavorare insieme per la libertà religiosa in tutte le sue forme. Anche negli stati musulmani ci possa essere un’analoga situazione, perché i cristiani possano avere una cittadinanza egualitaria.
4. L’impegno a collaborare insieme con tutti gli uomini del pianeta per la salvaguardia del creato. La tematica ambientale ci permette di ampliare il dialogo a tutte le genti della terra.
Il Segretario Generale Abdellah Radouane, ha raccontato la storia del Centro Islamico Culturale d’Italia: “prima di essere un luogo di culto è anzitutto un centro culturale dove centinaia di migliaia di studenti lungo l’anno vengono per vedere, conoscere e riflettere”. Vari Presidenti della Repubblica Italiana hanno fatto visita al Centro fin dalla posa della prima pietra.
La presenza del Segretario Generale della CEI ha avvalorato il cammino islamo-cristiano fatto finora: il 29 Giugno 2019 è stato fatto un Passo Significativo.

Fonte: Sito CHIESA CATTOLICA ITALIANA

Link: https://ecumenismo.chiesacattolica.it/2019/07/02/un-passo-significativo-fratellanza-pace-convivenza/

Foto: https://ecumenismo.chiesacattolica.it/2019/07/02/un-passo-significativo-fratellanza-pace-convivenza/

 

 

SPIRITO DI ASSISI. Incontro con l’Islam a Roma

PASSO SIGNIFICATIVO 

ROMA – Sabato 29 giugno l’Ufficio CEI per il dialogo ecumenico e interreligioso, insieme ai più importanti coordinamenti delle realtà islamiche in Italia (Coreis, Ucoii, Lega mondiale islamica) hanno dato vita a una giornata di riflessione a partire dal “Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune” firmato congiuntamente lo scorso febbraio ad Abu Dhabi da Papa Francesco e da Ahmad Al Tayyeb, imam della Grande moschea di Al-Azhar. La chiesa locale di Assisi non poteva non essere presente all’appuntamento che è frutto dello spirito di Assisi e che si è realizzato nell’ottavo centenario della vista di Francesco al sultano d’Egitto Melik-al-Kamil. Per questo, fra Antonello Fanelli del Sacro Convento, Marina Zola responsabile dell’Ufficio ecumenismo e dialogo interreligioso e Tonio Dell’Olio presidente della Commissione spirito di Assisi, hanno preso parte all’importante iniziativa. Per la prima volta l’incontro è stato preparato da un gruppo di lavoro paritetico di cattolici e musulmani e, forse ancor più significativamente, la giornata ha avuto luogo presso la Grande Moschea di Roma. Il titolo della riunione era “Un passo significativo” e le relazioni centrali affidate a p. Giacomo Costa direttore di Aggiornamenti Sociali e a Yahya Pallavicini del Coreis (Comunità religiose islamiche italiane) nonché i sei gruppi di lavoro su altrettanti punti del documento, lo hanno dimostrati offrendo spunti di impegno per le comunità cattoliche e musulmane. Ma l’incontro ha costituito un passo importante per imparare a frequentarsi, parlarsi e stimarsi, come dovremmo impararare sempre più a fare nelle comunità locali.

T.D.O.

Fonte: Articolo La Voce


Il 27 luglio torna l’appuntamento mensile per la pace in ricordo dello storico incontro del 1986

DA ASSISI L’INVITO ALLA PREGHIERA PER IL VENEZUELA

Monsignor Sorrentino: “Vogliamo accompagnare i colloqui dei rappresentanti delle parti affinché si giunga presto a una soluzione giusta e duratura”

ASSISI – Un invito alla preghiera per il Venezuela. È quello lanciato dal vescovo della diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino, monsignor Domenico Sorrentino, in occasione dell’appuntamento di preghiera per la pace che si ripete il 27 di ogni mese, in ricordo dello storico incontro del 1986. “È tempo di vacanze. Ma la preghiera non va in vacanza – scrive il vescovo nel suo invito – . Essa è la sentinella dell’umano. E se anche sui conflitti armati cala l’attenzione dell’opinione pubblica, la preghiera viene a scuoterci. Questo mese vogliamo guardare al Venezuela. Questo Paese sta vivendo una grave crisi, di cui si è molto parlato negli scorsi mesi. Ora questa crisi sembra scomparsa dai titoli dei notiziari. Papa Francesco ha riacceso l’attenzione sulla sofferenza di quelle popolazioni. Dopo la preghiera dell’Angelus di domenica 14 luglio ha detto: ‘Ancora una volta desidero esprimere la mia vicinanza all’amato popolo venezuelano, particolarmente provato per il perdurare della crisi. Preghiamo il Signore di ispirare e illuminare le parti in causa, affinché possano quanto prima arrivare a un accordo che ponga fine alle sofferenze della gente per il bene del Paese e dell’intera regione’. Innalziamo anche noi, su quelle sofferenze, l’umile lanterna della nostra preghiera. Accendiamo fiammelle di fede che, mentre si levano verso Dio e implorano la sua grazia, richiamano anche l’attenzione e l’impegno della politica internazionale. Lo faremo il 27 luglio prossimo, giorno del nostro appuntamento mensile di preghiera per la pace, nel solco di quanto avvenne ad Assisi, con san Giovanni Paolo II e i leaders religiosi dell’umanità, il 27 ottobre 1986. Siamo grati, come discepoli di Cristo, a quanti vorranno unirsi a noi anche in altre tradizioni religiose. Con la nostra preghiera – aggiunge ancora monsignor Sorrentino – vogliamo accompagnare i colloqui dei rappresentanti delle parti che si confrontano affinché si giunga presto in Venezuela a una pace giusta e duratura”. Per la preghiera non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare per questa intenzione nei vari momenti e nelle celebrazioni eucaristiche della giornata del 27 luglio.

 

 

In allegato l’invito del vescovo monsignor Domenico Sorrentino in Italiano, Inglese, Francese e Portoghese

 

 


Torna l’appuntamento mensile del 27 in ricordo dello storico incontro per la pace del 1986

DA ASSISI L’INVITO ALLA PREGHIERA PER IL CIAD

ASSISI – Torna l’appuntamento spirituale di preghiera per la pace del 27 di ogni mese, in ricordo dello storico incontro del 1986, che ad agosto è rivolto allo Stato africano del Ciad. “In quel Paese – dichiara nell’invito alla preghiera il vescovo diocesano monsignor Domenico Sorrentino – si concentrano problemi ambientali causati dai cambiamenti climatici, il terrore seminato dagli attentati mortiferi di Boko Haram e il conflitto per l’accaparramento delle terre. Davanti all’unico Dio di tutta l’umanità – aggiunge il vescovo – e insieme ai fratelli e alle sorelle che vivono la propria fede anche come annuncio e costruzione della pace, vogliamo condividere le angosce, le sofferenze e le speranze di questo Paese, che si trova in un’area particolarmente provata da conflitti, confinando con Libia, Nigeria, Niger, Sudan, Camerun e Repubblica Centrafricana. Anche in questo mese di agosto è stato costretto a pagare un prezzo molto alto in termini di vite umane. Si tratta di un Paese che, superando questa situazione, potrebbe diventare un laboratorio di convivenza, rendendo possibile la coabitazione, all’interno degli stessi confini, di lingue, etnie e religioni differenti che potrebbero costituire la vera ricchezza della nazione. Per alimentare questa speranza c’è sicuramente bisogno di una progettazione socio-politica intelligente e lungimirante così come di una grande solidarietà internazionale. Noi vogliamo sostenere il cammino delle popolazioni più esposte alla violenza e dei settori più vulnerabili della società, pregando perché ogni scelta politica sia orientata al bene comune. La pace sia al cuore dell’impegno di tutti, l’orizzonte verso cui tendere ogni sforzo, il bene da far crescere e custodire”.

Per la preghiera non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare per questa intenzione nei vari momenti e nelle celebrazioni eucaristiche della giornata del 27 agosto.

In allegato l’invito alla preghiera del vescovo monsignor Domenico Sorrentino e la scheda informativa

 

 


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER IL XXXIII INCONTRO INTERNAZIONALE DI PREGHIERA PER LA PACE [Madrid, 15-17 settembre 2019]

Al Venerato Fratello
il Signor Cardinale CARLOS OSORO SIERRA
Arcivescovo di Madrid
e ai partecipanti all’Incontro di preghiera per la pace
“Pace senza confini”

 

Saluto con gioia e riconoscenza il Cardinale Carlos Osoro Sierra, Arcivescovo di Madrid, e tutti voi, Rappresentanti delle Chiese e Comunità cristiane e delle Religioni mondiali riuniti a Madrid per il XXXIII Incontro di Preghiera per la Pace, organizzato congiuntamente dalla Comunità di Sant’Egidio e dall’Arcidiocesi di Madrid. È motivo di gioia vedere che questo pellegrinaggio di pace, iniziato in seguito alla Giornata mondiale di preghiera per la pace, convocata ad Assisi nell’ottobre del 1986 da San Giovanni Paolo II, non si è mai interrotto ma continua e cresce per numero di partecipanti e per i frutti di bene che porta. È un pellegrinaggio che ha percorso popoli e città per testimoniare ovunque la forza di quello “spirito di Assisi” che è preghiera a Dio e promozione della pace tra i popoli.

Quest’anno tale itinerario fa tappa a Madrid, per riflettere sul tema “Pace senza confini”. La mente va a trent’anni fa quando, nel cuore dell’Europa, cadeva il muro di Berlino e finiva una divisione lacerante del continente europeo che tante sofferenze aveva provocato. Da Berlino a tutto l’Est europeo da quel giorno si accesero nuove speranze di pace che dilagarono nel mondo intero. A favorire quel crollo contribuì – ne siamo convinti – la preghiera per la pace di tanti figli e figlie di Dio. Del resto, la vicenda biblica di Gerico ci ricorda che le mura cadono quando sono “assediate” con la preghiera e non con le armi, con aneliti di pace e non di conquista, quando si sogna un futuro buono per tutti. Per questo è necessario sempre pregare e dialogare nella prospettiva della pace: i frutti verranno! Non abbiamo paura, perché il Signore ascolta la preghiera del suo popolo fedele.

In questi primi due decenni del XXI secolo abbiamo, purtroppo, assistito, con enorme tristezza, allo spreco di quel dono di Dio che è la pace, dilapidato con nuove guerre e con la costruzione di nuovi muri e nuove barriere. Del resto, lo sappiamo, la pace va continuamente incrementata di generazione in generazione con il dialogo, l’incontro e la trattativa. È insensato, nella prospettiva del bene dei popoli e del mondo, chiudere gli spazi, separare i popoli, anzi contrapporre gli uni agli altri, negare ospitalità a chi ne ha bisogno e alle loro famiglie. In questo modo si fa “a pezzi” il mondo, usando la stessa violenza con cui si rovina l’ambiente e si danneggia la casa comune, che chiede invece amore, cura, rispetto, così come l’umanità invoca pace e fraternità. La casa comune non sopporta muri che separano e, ancor meno, che contrappongono coloro che la abitano. Ha bisogno piuttosto di porte aperte che aiutino a comunicare, a incontrarsi, a cooperare per vivere assieme nella pace, rispettando le diversità e stringendo vincoli di responsabilità. La pace è come una casa dalle molte dimore che tutti siamo chiamati ad abitare. La pace è senza frontiere. Sempre, senza eccezioni. Lo auspicava San Giovanni XXIII quando – in un tempo difficile – volle indirizzare la sua parola a tutti i credenti e gli uomini di buona volontà invocando “pace in tutte le terre”.

Illustri rappresentanti delle Chiese e Comunità cristiane e delle grandi Religioni mondiali, con questo mio saluto, desidero dirvi che sono accanto a voi in questi giorni e che assieme a voi invoco la pace da Colui che solo può darla. Nella tradizione di questi Incontri Internazionali di Preghiera per la Pace – a cui anch’io ho partecipato ad Assisi nel 2016 – la preghiera che sale a Dio occupa il posto principale e decisivo. Ci unisce tutti, in un comune sentire, senza confusione alcuna. Vicini, ma non confusi! Perché comune è l’anelito di pace, nella varietà delle esperienze e delle tradizioni religiose.

Siamo infatti consapevoli, come credenti, che la preghiera è alla radice della pace. Chi la pratica è amico di Dio, come lo fu Abramo, modello di uomo di fede e di speranza. La preghiera per la pace, in questo tempo segnato da troppi conflitti e violenze, unisce ancor più tutti noi, al di là delle differenze, nel comune impegno per un mondo più fraterno. Sappiamo bene che la fraternità tra i credenti, oltre che un argine alle inimicizie e alle guerre, è fermento di fraternità tra i popoli. È in questo orizzonte che nello scorso mese di febbraio ho firmato ad Abu Dhabi, assieme al Grande Imam di Al-Azhar, il “Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”. È un passo importante sulla via della pace mondiale. Insieme abbiamo affermato che «le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, di ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue». Desidero affidare i propositi di quel Documento anche a tutti voi che partecipate a questo Incontro di Preghiera per la Pace. Lo spirito di Assisi, a 800 anni dall’incontro di San Francesco con il Sultano, ha ispirato anche il nostro lavoro che ha portato all’atto di Abu Dhabi.

Quello che stiamo vivendo è un momento grave per il mondo. Tutti dobbiamo stringerci – vorrei dire con un solo cuore e una sola voce – per gridare che la pace è senza confini, senza frontiere. Un grido che sale dal nostro cuore. È lì, infatti, dai cuori, che bisogna sradicare le frontiere che dividono e contrappongono. Ed è nei cuori che vanno seminati i sentimenti di pace e di fraternità.

Illustri rappresentanti delle Chiese e Comunità cristiane e delle grandi Religioni mondiali, uomini e donne di buona volontà che partecipate a questo Incontro, il grande compito della pace è affidato anche alle nostre mani. Il Dio della pace ci doni abbondanza di saggezza, audacia, generosità e perseveranza.

FRANCESCO

 

Dal Vaticano, 13 settembre 2019


LEADER MUSULMANI RIBADISCONO L’ADESIONE AL DOCUMENTO SULLA FRATELLANZA

A quasi sei mesi dalla firma ad Abu Dhabi del Documento sulla Fratellanza Umana, sottoscritto da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, 22 leader e intellettuali musulmani sunniti, sciiti e sufi hanno firmato un testo di 15 pagine per ribadire il loro sostegno al Documento

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

“Un punto di partenza” e “di non ritorno”. Così, secondo quanto riportato da “La Croix”, 22 leader e intellettuali musulmani sunniti, sciiti e sufi definiscono il Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, nel corso della visita di Papa Francesco tenutasi dal 3 al 5 febbraio scorso. Un documento congiunto e sottoscritto insieme al Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb per ribadire insieme che la cultura del dialogo è la via per vivere in pace, conoscendosi reciprocamente.

La Fratellanza per la conoscenza e la cooperazione

E’ il titolo del testo di 15 pagine nato su iniziativa dell’Imam Yahya Pallavicini, presidente della Coreis italiana (Comunità religiosa islamica), insieme all’Istituto di Studi Islamici in Francia e ad un piccolo gruppo di altri leader musulmani che avevano già firmato la Lettera dei 138 intellettuali musulmani a Papa Benedetto XVI, nel 2007, o alla Dichiarazione di Marrakesh sulle minoranze religiose nel 2016. Nel testo si definisce il Documento sulla Fratellanza Umana come “un evento istituzionale senza precedenti nella storia delle relazioni tra cristiani e musulmani”, il segno dell’apertura di una nuova fase orientata “verso il riconoscimento della legittimità e la provvidenziale diversità di rivelazioni, teologie, religioni, lingue e comunità religiose”.

Diversità per mettere in pratica la fraternità

I 22 leader e intellettuali musulmani evidenziano come le diversità non siano più considerate “come una chiamata alla conquista o al proselitismo, o un pretesto per una semplice tolleranza di facciata”, ma piuttosto un’opportunità per mettere in pratica la fraternità che è “una vocazione contenuta nel piano di Dio per la creazione”. Pertanto, il dialogo interreligioso, che era già “raccomandato dal Corano”, appare oggi “vitale”.

Costruire una rete di dialogo tra cristiani e musulmani

L’intento del recente testo – riferisce l’Imam Pallavicini – è quello di esortare alla riflessione “sulla Dichiarazione, sul suo metodo, sul suo linguaggio: discuterne in modo fraterno, possibilmente critico, ma senza escludere apertamente il testo per ragioni ideologiche o politiche”. Il direttore del Coreis sottolinea che la firma di Abu Dhabi ha generato delle divisioni all’interno del mondo musulmano, non sono mancate critiche per l’iniziativa condotta dagli Emirati Arabi e portata avanti dal Grande Imam di Al-Azhar. Alcuni esponenti religiosi hanno anche deciso di non sottoscrivere il testo: “La Fratellanza per la conoscenza e la cooperazione”. Chi ha firmato – ha spiegato Pallavicini – intende raccogliere l’invito a costruire una “fraternità umana” oltre i confini religiosi, l’intenzione è di “promuovere iniziative locali sulla base di questa dichiarazione”, anche “a livello accademico”, costituendo una “rete di sostegno al dialogo tra cristiani e musulmani”.

 


È dedicata alla custodia della “casa comune” la giornata del 27 settembre in ricordo dello storico incontro per la pace del 1986

ASSISI PREGA PER IL CREATO

ASSISI – Torna l’appuntamento spirituale di preghiera per la pace del 27 di ogni mese, in ricordo dello storico incontro del 1986, che a settembre è rivolto alla custodia del Creato. “Per rispondere alla crisi ecologica che non conosce frontiere – scrive il vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino – e minaccia la vita con conseguenze che possono rivelarsi catastrofiche, le religioni sono chiamate a tenersi per mano nella difesa del creato. Siamo peraltro ben consapevoli dell’intima relazione che esiste tra questione ecologica e conflitti armati, tra cambiamenti climatici e fenomeno migratorio, tra inquinamento e minaccia alla vita degli uomini, tra gli incendi in Amazzonia, in Siberia e in altre aree del pianeta ed effetto serra. Dalla terra, così come da ogni essere vivente, sembra alzarsi un grido di dolore che le religioni, con tutti gli uomini e donne di buona volontà, sono chiamate ad accogliere per costruire insieme una pace autentica. Per queste ragioni il 27 settembre – aggiunge ancora il vescovo – invitiamo a rivolgersi all’unico Dio per chiedergli di aiutarci a rispettare e custodire la terra, nostra casa comune, impegnandoci ad adottare stili di vita conseguenti e a promuovere scelte politiche, locali e planetarie, finalizzate a preservare l’intera creazione di cui l’essere umano è parte. “Laudato si’, mi’ Signore, cum tucte le tue creature”. Questi accenti del Cantico di san Francesco di Assisi, che sono il filo d’oro dell’enciclica Laudato si’ di papa Francesco, siano anche il filo d’oro della nostra preghiera”. Per la preghiera non è previsto un momento comune, ma ognuno è invitato a pregare per questa intenzione nei vari momenti e nelle celebrazioni eucaristiche della giornata del 27 settembre.

In allegato l’invito alla preghiera del vescovo monsignor Domenico Sorrentino e la relativa scheda