LEADER MUSULMANI RIBADISCONO L’ADESIONE AL DOCUMENTO SULLA FRATELLANZA

A quasi sei mesi dalla firma ad Abu Dhabi del Documento sulla Fratellanza Umana, sottoscritto da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb, 22 leader e intellettuali musulmani sunniti, sciiti e sufi hanno firmato un testo di 15 pagine per ribadire il loro sostegno al Documento

Benedetta Capelli – Città del Vaticano

“Un punto di partenza” e “di non ritorno”. Così, secondo quanto riportato da “La Croix”, 22 leader e intellettuali musulmani sunniti, sciiti e sufi definiscono il Documento sulla Fratellanza Umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato ad Abu Dhabi, negli Emirati Arabi Uniti, nel corso della visita di Papa Francesco tenutasi dal 3 al 5 febbraio scorso. Un documento congiunto e sottoscritto insieme al Grande Imam di Al-Azhar Ahmad Al-Tayyeb per ribadire insieme che la cultura del dialogo è la via per vivere in pace, conoscendosi reciprocamente.

La Fratellanza per la conoscenza e la cooperazione

E’ il titolo del testo di 15 pagine nato su iniziativa dell’Imam Yahya Pallavicini, presidente della Coreis italiana (Comunità religiosa islamica), insieme all’Istituto di Studi Islamici in Francia e ad un piccolo gruppo di altri leader musulmani che avevano già firmato la Lettera dei 138 intellettuali musulmani a Papa Benedetto XVI, nel 2007, o alla Dichiarazione di Marrakesh sulle minoranze religiose nel 2016. Nel testo si definisce il Documento sulla Fratellanza Umana come “un evento istituzionale senza precedenti nella storia delle relazioni tra cristiani e musulmani”, il segno dell’apertura di una nuova fase orientata “verso il riconoscimento della legittimità e la provvidenziale diversità di rivelazioni, teologie, religioni, lingue e comunità religiose”.

Diversità per mettere in pratica la fraternità

I 22 leader e intellettuali musulmani evidenziano come le diversità non siano più considerate “come una chiamata alla conquista o al proselitismo, o un pretesto per una semplice tolleranza di facciata”, ma piuttosto un’opportunità per mettere in pratica la fraternità che è “una vocazione contenuta nel piano di Dio per la creazione”. Pertanto, il dialogo interreligioso, che era già “raccomandato dal Corano”, appare oggi “vitale”.

Costruire una rete di dialogo tra cristiani e musulmani

L’intento del recente testo – riferisce l’Imam Pallavicini – è quello di esortare alla riflessione “sulla Dichiarazione, sul suo metodo, sul suo linguaggio: discuterne in modo fraterno, possibilmente critico, ma senza escludere apertamente il testo per ragioni ideologiche o politiche”. Il direttore del Coreis sottolinea che la firma di Abu Dhabi ha generato delle divisioni all’interno del mondo musulmano, non sono mancate critiche per l’iniziativa condotta dagli Emirati Arabi e portata avanti dal Grande Imam di Al-Azhar. Alcuni esponenti religiosi hanno anche deciso di non sottoscrivere il testo: “La Fratellanza per la conoscenza e la cooperazione”. Chi ha firmato – ha spiegato Pallavicini – intende raccogliere l’invito a costruire una “fraternità umana” oltre i confini religiosi, l’intenzione è di “promuovere iniziative locali sulla base di questa dichiarazione”, anche “a livello accademico”, costituendo una “rete di sostegno al dialogo tra cristiani e musulmani”.

 


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE FRANCESCO PER IL XXXIII INCONTRO INTERNAZIONALE DI PREGHIERA PER LA PACE [Madrid, 15-17 settembre 2019]

Al Venerato Fratello
il Signor Cardinale CARLOS OSORO SIERRA
Arcivescovo di Madrid
e ai partecipanti all’Incontro di preghiera per la pace
“Pace senza confini”

 

Saluto con gioia e riconoscenza il Cardinale Carlos Osoro Sierra, Arcivescovo di Madrid, e tutti voi, Rappresentanti delle Chiese e Comunità cristiane e delle Religioni mondiali riuniti a Madrid per il XXXIII Incontro di Preghiera per la Pace, organizzato congiuntamente dalla Comunità di Sant’Egidio e dall’Arcidiocesi di Madrid. È motivo di gioia vedere che questo pellegrinaggio di pace, iniziato in seguito alla Giornata mondiale di preghiera per la pace, convocata ad Assisi nell’ottobre del 1986 da San Giovanni Paolo II, non si è mai interrotto ma continua e cresce per numero di partecipanti e per i frutti di bene che porta. È un pellegrinaggio che ha percorso popoli e città per testimoniare ovunque la forza di quello “spirito di Assisi” che è preghiera a Dio e promozione della pace tra i popoli.

Quest’anno tale itinerario fa tappa a Madrid, per riflettere sul tema “Pace senza confini”. La mente va a trent’anni fa quando, nel cuore dell’Europa, cadeva il muro di Berlino e finiva una divisione lacerante del continente europeo che tante sofferenze aveva provocato. Da Berlino a tutto l’Est europeo da quel giorno si accesero nuove speranze di pace che dilagarono nel mondo intero. A favorire quel crollo contribuì – ne siamo convinti – la preghiera per la pace di tanti figli e figlie di Dio. Del resto, la vicenda biblica di Gerico ci ricorda che le mura cadono quando sono “assediate” con la preghiera e non con le armi, con aneliti di pace e non di conquista, quando si sogna un futuro buono per tutti. Per questo è necessario sempre pregare e dialogare nella prospettiva della pace: i frutti verranno! Non abbiamo paura, perché il Signore ascolta la preghiera del suo popolo fedele.

In questi primi due decenni del XXI secolo abbiamo, purtroppo, assistito, con enorme tristezza, allo spreco di quel dono di Dio che è la pace, dilapidato con nuove guerre e con la costruzione di nuovi muri e nuove barriere. Del resto, lo sappiamo, la pace va continuamente incrementata di generazione in generazione con il dialogo, l’incontro e la trattativa. È insensato, nella prospettiva del bene dei popoli e del mondo, chiudere gli spazi, separare i popoli, anzi contrapporre gli uni agli altri, negare ospitalità a chi ne ha bisogno e alle loro famiglie. In questo modo si fa “a pezzi” il mondo, usando la stessa violenza con cui si rovina l’ambiente e si danneggia la casa comune, che chiede invece amore, cura, rispetto, così come l’umanità invoca pace e fraternità. La casa comune non sopporta muri che separano e, ancor meno, che contrappongono coloro che la abitano. Ha bisogno piuttosto di porte aperte che aiutino a comunicare, a incontrarsi, a cooperare per vivere assieme nella pace, rispettando le diversità e stringendo vincoli di responsabilità. La pace è come una casa dalle molte dimore che tutti siamo chiamati ad abitare. La pace è senza frontiere. Sempre, senza eccezioni. Lo auspicava San Giovanni XXIII quando – in un tempo difficile – volle indirizzare la sua parola a tutti i credenti e gli uomini di buona volontà invocando “pace in tutte le terre”.

Illustri rappresentanti delle Chiese e Comunità cristiane e delle grandi Religioni mondiali, con questo mio saluto, desidero dirvi che sono accanto a voi in questi giorni e che assieme a voi invoco la pace da Colui che solo può darla. Nella tradizione di questi Incontri Internazionali di Preghiera per la Pace – a cui anch’io ho partecipato ad Assisi nel 2016 – la preghiera che sale a Dio occupa il posto principale e decisivo. Ci unisce tutti, in un comune sentire, senza confusione alcuna. Vicini, ma non confusi! Perché comune è l’anelito di pace, nella varietà delle esperienze e delle tradizioni religiose.

Siamo infatti consapevoli, come credenti, che la preghiera è alla radice della pace. Chi la pratica è amico di Dio, come lo fu Abramo, modello di uomo di fede e di speranza. La preghiera per la pace, in questo tempo segnato da troppi conflitti e violenze, unisce ancor più tutti noi, al di là delle differenze, nel comune impegno per un mondo più fraterno. Sappiamo bene che la fraternità tra i credenti, oltre che un argine alle inimicizie e alle guerre, è fermento di fraternità tra i popoli. È in questo orizzonte che nello scorso mese di febbraio ho firmato ad Abu Dhabi, assieme al Grande Imam di Al-Azhar, il “Documento sulla Fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune”. È un passo importante sulla via della pace mondiale. Insieme abbiamo affermato che «le religioni non incitano mai alla guerra e non sollecitano sentimenti di odio, di ostilità, estremismo, né invitano alla violenza o allo spargimento di sangue». Desidero affidare i propositi di quel Documento anche a tutti voi che partecipate a questo Incontro di Preghiera per la Pace. Lo spirito di Assisi, a 800 anni dall’incontro di San Francesco con il Sultano, ha ispirato anche il nostro lavoro che ha portato all’atto di Abu Dhabi.

Quello che stiamo vivendo è un momento grave per il mondo. Tutti dobbiamo stringerci – vorrei dire con un solo cuore e una sola voce – per gridare che la pace è senza confini, senza frontiere. Un grido che sale dal nostro cuore. È lì, infatti, dai cuori, che bisogna sradicare le frontiere che dividono e contrappongono. Ed è nei cuori che vanno seminati i sentimenti di pace e di fraternità.

Illustri rappresentanti delle Chiese e Comunità cristiane e delle grandi Religioni mondiali, uomini e donne di buona volontà che partecipate a questo Incontro, il grande compito della pace è affidato anche alle nostre mani. Il Dio della pace ci doni abbondanza di saggezza, audacia, generosità e perseveranza.

FRANCESCO

 

Dal Vaticano, 13 settembre 2019


PREGHIERA PER LA PACE IN ERITREA

Venerdì 27 luglio torna l’appuntamento mensile di preghiera

ASSISI – Cade proprio a distanza di un mese dall’arrivo dei 24 profughi eritrei, accolti nella diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, l’appuntamento di preghiera del 27, dedicato nel mese di luglio alla pace in Eritrea. Un appuntamento da promuovere, come precisato dal vescovo diocesano, monsignor Domenico Sorrentino, con l’inserimento di “un’intenzione di preghiera nelle liturgie, creando un momento di riflessione e orazione, diffondendo la volontà di costruire la pace secondo lo ‘spirito di Assisi’”. Come di consueto religiosi e laici sono invitati a pregare per la pace in Eritrea nei vari momenti e nelle celebrazioni eucaristiche della giornata. “Per il prossimo 27 luglio – rende noto il vescovo Sorrentino – , volendo tener fede all’impegno di unire ogni nostro slancio spirituale per la pace insieme alle altre religioni, mi viene spontaneo additarvi i fratelli e le sorelle che nei giorni scorsi abbiamo accolto in Assisi partecipando al progetto di accoglienza di migranti attraverso i “corridoi umanitari”. Si tratta di 24 persone, tra le quali 11 bambini, provenienti dall’Eritrea, una terra che vive un alito di speranza per la firma di un accordo di pace con la vicina Etiopia dopo 20 anni di un sanguinoso conflitto armato, ma che si trova comunque in condizioni di miseria a causa di un regime politico repressivo. Molti sono indotti a lasciare il Paese per cercare migliori condizioni di vita, sopravvivenza, riconoscimento di dignità. Queste sorelle e questi fratelli – prosegue il vescovo – sono venuti come a ricordarci il dramma e le speranze di un intero popolo e nello stesso tempo a risvegliare il nostro senso di fraternità che a volte pare sopito. Impegniamoci a sostenere  un cammino di pace dal passo incerto e preghiamo affinché in Eritrea si creino le condizioni di riconoscimento dei diritti basilari della persona. Dio  sa toccare i cuori e far maturare frutti di pace anche nelle situazioni più complesse e umanamente disperate. È per me – precisa monsignor Sorrentino – fonte di consolazione e di gratitudine al Signore ricevere notizie di comunità di tante fedi diverse che si sono unite con fedeltà a questo nostro appuntamento mensile”.

In allegato l’invito di preghiera per la pace in Eritrea del vescovo monsignor Domenico Sorrentino e la scheda a cura di Tonio Dell’Olio, presidente della Commissione diocesana per lo “spirito di Assisi”

2018.07 Invito alla preghiera e scheda


Preghiera per la pace nello Spirito di Assisi

Questo mese preghiamo per i nostri fratelli di religione Baha’i

Carissimi,
per il 27 giugno, giorno del mese in cui raccogliamo in unità le invocazioni di preghiera per la pace, i nostri fratelli di religione Baha’i che da tempo accompagnano questo appuntamento mensile, ci chiedono di pregare per i membri della loro comunità discriminati e perseguitati in Iran e in altri paesi del mondo.
Fondata da Baha’u’llah nel XIX secolo proprio in Iran, la religione Baha’i nasce in ambito musulmano, predica l’unicità di Dio e della religione, l’unità del genere umano, lo sviluppo delle qualità spirituali e ha sempre garantito la propria adesione e partecipazione agli incontri di dialogo e di preghiera delle religioni per la pace. La richiesta di concentrare la nostra attenzione spirituale per la condizione di questi fratelli e sorelle ripropone il tema della libertà religiosa che in tante aree del pianeta magari viene anche proclamata come diritto, sottoscritta nei trattati, ma poi clamorosamente smentita da comportamenti, leggi, azioni discriminatorie e persecutorie.
Vi chiedo pertanto di unirvi spiritualmente in preghiera nelle vostre comunità come nelle vostre case, nei luoghi tradizionali di preghiera delle varie religioni, nei monasteri, nelle parrocchie, in famiglia… a sostegno dei perseguitati di questa religione e di tutte le minoranze religiose che non vedono riconosciuti i loro diritti. Preghiamo perché si realizzi il sogno di pace espresso ad Assisi ormai 33 anni fa da san Giovanni Paolo II e da tanti leaders religiosi del mondo.
Il Signore vi dia pace!

+ Domenico Sorrentino, vescovo

 

> scheda sulla situazione Baha’ì in Iran

> Bishop’s invitation

> Information sheet PERSECUTIONS AGAINST THE BAHA’Ì

 


PREGHIERA PER LA PACE, ECCO IL MESSAGGIO DEL VESCOVO SORRENTINO

 UNA PREGHIERA RIGATA DI SANGUE
Il 27 ottobre: un appuntamento da non dimenticare
A quale sangue dedicare la preghiera di domani, 27 di maggio? Viene spontaneo dedicarla alle vittime dell’ultimo attentato di Manchester. Ma senza dimenticare nessuna delle vittime di un mondo che, ora più vistosamente, ora più silenziosamente, rimane nella trappola di una violenza che imperversa a tanti livelli e su tanti fronti. Un mondo senza pace. Un mondo che invoca la pace.
Da quando ci siamo dati – in ricordo del 27 ottobre 1986, giorno dello “spirito di Assisi” – l’appuntamento del 27 di ogni mese come giorno speciale di preghiera per la pace, la nostra attenzione si è fatta più vigile e si estende all’orizzonte del mondo. Grazie a Dio, anche da altre religioni abbiamo avuto segnali di interesse a pregare, in questo giorno, con la stessa intenzione. Chi ha un cuore veramente religioso, percepisce che Dio, se è Dio – comunque lo si chiami – non può che essere il Dio della pace. Per noi, discepoli di Gesù, è il Dio contemplato sulla croce. Un Dio “spogliato”, come abbiamo in questi giorni ricordato, inaugurando in Assisi, nei luoghi dove Francesco si “spogliò”, il Santuario della Spogliazione.
Perché la nostra preghiera sia autentica, non basterà certo che mettiamo una piccola intenzione. Dev’essere preghiera che nasce dal cuore e trasforma il cuore. Ognuno di noi provi, domani, a chiedersi quanto si è “spogliato” di sé per farsi dono, e la preghiera nasca facendosi tutt’uno con il proposito di conversione all’amore. Ricordiamo: Gesù ci ha detto di pregare e di aver fiducia nella forza della preghiera. Il Padre celeste non chiuderà il cuore, anche di fronte a una causa che – umanamente – sembra disperata, come è quella della pace.
Chiedo pertanto ancora una volta a tutte le comunità cristiane della diocesi – in particolare alle comunità religiose e claustrali – di dedicare la loro preghiera di domani alla pace.  E perché non farlo –  come qualcuno ha cominciato a fare – aiutandosi anche con un piccolo segno? Ad esempio una lampada. Sì, nel buio del mondo, tante lampade accese possono portare, se non l’alba di un giorno nuovo, almeno una luce nella notte.
Domenico Sorrentino, vescovo
Assisi, 26 maggio 2017

Alle comunità musulmane

Ramadan Kareem

Gli auguri della Commissione spirito di Assisi ai fratelli e sorelle musulmani per l'inizio del Ramadan

L’inizio del Ramadan dell’anno 1441 del calendario islamico sia occasione propizia non solo per la comunità musulmana ma per gli abitanti del nostro Paese e per l’umanità tutta, di riflessione profonda per ritrovare le energie spirituali che ci consentono di affrontare con maggiore forza il tempo difficile che attraversiamo. 

 

Mons. Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi e la Commissione spirito di Assisi impegnati a tenere vivo l’incontro del 27 ottobre 1986 in cui i rappresentanti delle religioni si diedero appuntamento nella città di Francesco e Chiara per impetrare il dono della pace e per impegnarsi a perseguirla, augurano a tutti i fratelli e le sorelle di fede musulmana di vivere questo tempo come un dono per rendere più intensa e intima la propria relazione con Dio e per contribuire a purificare il mondo da ogni violenza. 
 
Nello spirito del Documento di Abu-Dhabi firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al Azhar Ahmad Al Tayyeb, vogliamo affidare al Dio Onnipotente, Altissimo e Misericordioso le persone che sono decedute a causa della pandemia in corso, gli ammalati e i loro familiari, coloro che li assistono e quanti sperano e pregano per la pace come benedizione dell’Unico Dio. 
 
Ramadan Karim!

 

Tonio Dell’Olio
   presidente
 
Commissione spirito di Assisi
Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino
Piazza Vescovado, 3 
Assisi 06081

SPIRITO DI ASSISI – 27 GIUGNO PREGHIERA INTERRELIGIOSA PER LA PACE

Per le situazioni di disordine sociale in vari stati del mondo

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,

carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,

 

le manifestazioni di protesta scoppiate nei giorni scorsi nelle città degli Stati Uniti si sono diffuse come un lampo in tante città del mondo.  Le famiglie afroamericane si sentono discriminate e minacciate e, sull’onda di una lunga storia di sofferenza, hanno reagito con una protesta di massa. Come abbiamo visto, non sono mancati, in queste manifestazioni, eccessi di minoranze che si sono date a scorribande e razzie ingiustificate e violente. Proprio perché non si tratta di un attacco dall’esterno, queste tensioni che germinano dall’interno stesso delle convivenze civili sono da considerare non meno pericolose perché mettono uno contro l’altro anche amici, vicini di casa, conoscenti e, come sempre, coinvolgono persone innocenti.

Scenari ugualmente preoccupanti si delineano in altra parte del mondo. Non possiamo non essere preoccupati, ad esempio, di quanto sta avvenendo in Hong Kong, dove si vive con il timore di iniziative e leggi repressive, che minacciano le libertà acquisite e garantite dallo statuto speciale di questo stato, determinando reazioni popolari dalle conseguenze imprevedibili.

Per questo invito i credenti di ogni fede a rivolgere il cuore a Dio nel giorno 27 del mese per domandare la pace per la situazione sociale negli Stati Uniti d’America e in Hong Kong. Preghiamo per tutti i luoghi del mondo in cui il mancato rispetto di alcuni diritti e della stessa dignità umana genera discriminazioni e disordini.

Dio renda ogni animo ben disposto ad accogliere il suo amore e a praticarlo verso tutti, per garantire una ordinata convivenza nella giustizia e nella libertà.

Il Signore vi dia pace

 

Assisi, giugno 2020

  + Domenico Sorrentino, vescovo

 

2006 – Arabo – Razzismo USA e Hong Kong 2006 – English – Razzismo USA e Hong Kong 2006 – Français – Razzismo USA e Hong Kong 2006 – Italiano – Razzismo USA e Hong Kong


Dopo l'esperienza di preghiera, digiuno e opere di carità dello scorso 14 maggio

Spirito di Assisi – 27 maggio Preghiera interreligiosa per la pace

Per le situazioni di maggiore necessità nella pandemia da Covid 19

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,

carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,

lo scorso 14 maggio abbiamo aderito, in comunione con papa Francesco, all’invito dell’Alto Comitato per la Fratellanza umana per “una giornata di preghiera e digiuno e opere di carità, per implorare Dio di aiutare l’umanità a superare la pandemia da Coronavirus”. Vi ringrazio di cuore perché so che molte famiglie, molte comunità religiose e molti fratelli e sorelle di tante religioni diverse si sono uniti nei tre gesti che ci venivano richiesti.

Per il nostro prossimo appuntamento di preghiera del 27 vorrei che proseguissimo nella preghiera per questa intenzione concentrandola sulle situazioni di maggiore necessità. Si tratta di campi profughi, villaggi difficilmente raggiungibili, comunità indigene come quella dell’Amazzonia, aree distanti da presidi sanitari e luoghi di cura, periferie degradate di centri urbani, situazioni già provate da conflitti armati, popolazioni provate dalle conseguenze nefaste delle sanzioni economiche dirette ai propri governi. Sono gli ambienti in cui la miseria non consente di far fronte adeguatamente a una minaccia tanto pericolosa come quella del virus Covid 19. Pregheremo anche perché quanti sono responsabili di scelte economiche e politiche siano veramente docili alla voce dello Spirito di Dio e guardino non a interessi particolari ma al bene comune delle proprie nazioni e del mondo intero.

Vi chiedo pertanto di unirci spiritualmente ancora a invocare la pace che oggi significa soprattutto riuscire a debellare la minaccia della pandemia. Lo faremo, come sempre, nella giornata di mercoledì 27 maggio, ciascuno nei luoghi e secondo le modalità che sono più consone e che vengono consentite dalle norme sanitarie in corso.

Il Signore vi dia pace

Assisi, maggio 2020

+ Domenico Sorrentino, vescovo

 

2005 – pandemia nei luoghi di miseria 2005 – ARABO-pandemia nei lughi di miseria – 2005 – ENGLISH – pandemia nei lughi di miseria 2005 – FRANCAIS – pandemia luoghi di miseria


SPIRITO DI ASSISI – ATTENTATO A NIZZA

Vescovo di Assisi e Imam di Perugia condannano la violenza

Messaggio di Abdel Qader, Imam di Perugia

A nome mio personale e della comunità musulmana del territorio di Perugia non voglio mancare di esprimere il cordoglio alle famiglie delle persone che sono rimaste vittime dell’attentato che si è consumato ieri a Nizza in un luogo sacro. Dopo ogni episodio di violenza abbiamo sempre condannato con tutta la fermezza possibile l’uso strumentale della fede in Dio. Noi crediamo fermamente che non sia possibile credere in Dio e procurare la morte ad altre persone umane. Nei giorni scorsi abbiamo ricordato l’incontro di Assisi del 1986 e crediamo che non ci sia alternativa allo spirito generato da quell’incontro e rafforzato dalla Dichiarazione di Abu Dhabi.

Abdel Qader, Imam di Perugia

Messaggio di monsignor Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino

Con indignazione ed enorme sofferenza, in questa Città della pace, ci mettiamo accanto al popolo francese e ai nostri fratelli e sorelle cristiani che sono ancora una volta rimasti vittime di vili attacchi terroristici perpetrati in nome della religione. Ci sentiamo molto provati come credenti in Gesù. Dal Vangelo, seguendo l’esempio mite e umile di Francesco, riceviamo il messaggio di un amore che sa dare la vita e di una fede che mai può diventare motivo di violenza. Mettiamo nella nostra preghiera le vittime, quanti soffrono per la perdita dei loro cari, i cittadini francesi che vedono ancora una volta aggredita la convivenza civile. Il Signore converta alla pace il cuore di tutti i violenti. L’universale fraternità ci rende tutti solidali nel dolore, e ci fa condannare senza mezzi termini ogni violenza, tanto più se impropriamente giustificata con motivi di fede. La comune sofferenza non diventi tuttavia per nessuno pretesto per alimentare diffidenze generalizzate e chiusure egoistiche. Ringrazio pertanto l’Imam di Perugia, con il quale ho condiviso qualche giorno fa l’incontro di preghiera per la pace nello “spirito di Assisi”, per le chiare e forti parole con cui ha espresso il dolore e la condanna della comunità islamica che, da questi gesti di fanatismo omicida, non si sente rappresentata, ma semmai umiliata.

Domenico Sorrentino, vescovo di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino

Insieme ci impegniamo a camminare nella via della pace che esclude ogni violenza e a diffondere la fraternità.

Domenico Sorrentino

Abdel Qader

201030 – Nizza


27 APRILE 2020

Spirito di Assisi – Giornata di preghiera interreligiosa per la pace

Kivu (Repubblica Democratica del Congo)

Carissimi fratelli e sorelle in Cristo,

carissimi fratelli e sorelle di tante fedi diverse,

siamo consapevoli che se anche ci sono guerre che mediaticamente e politicamente vengono definite “conflitti dimenticati” e “a bassa intensità”, nel cuore di Dio sono invece molto vive e presenti.

Tra i conflitti armati definiti in quel modo c’è quello in Kivu, una regione della Repubblica Democratica del Congo, la cui disgrazia sembra essere dettata dalla sua ricchezza, ovvero dalle materie prime presenti nel sottosuolo – in primis il coltan – indispensabili per la nostra tecnologia (smartphone, computer…). Il governo e alcune formazioni armate irregolari ormai da anni si contendono il controllo delle aree delle miniere con la violenza. Molto spesso sono donne e bambini a restare vittime di crudeltà di ogni tipo. A questo si aggiunge l’epidemia di Ebola che ha mietuto un numero impressionante di vittime e che sembra essere stata ormai ridotta drasticamente proprio nel momento in cui la pandemia del Covid 19 sta raggiungendo il continente africano. Non è difficile comprendere quali effetti distruttivi avrebbe la diffusione della pandemia nel continente africano poco attrezzato in termini di assistenza sanitaria e di infrastrutture.

Sono tutte ragioni che ci inducono a elevare la nostra preghiera dell’appuntamento del 27 aprile all’unico Dio secondo le diverse tradizioni religiose, nei tempi e nei modi che ciascuno sceglierà, per le popolazioni di quella vasta area del Congo. In questo tempo in cui anche il nord del mondo vede negli occhi la morte e la sofferenza di tanti fratelli e sorelle, sgorghi più forte anche la supplica perché gli uomini possano accogliere il dono della pace.

Il Signore vi dia pace

Assisi, aprile 2020

                                                                                        Domenico Sorrentino, vescovo